Grande ostacolo superato: trovato il modo di stoccare l’energia rinnovabile

Riusciremo un giorno a sostituire i combustibili fossili con le energie rinnovabili? Potremmo farcela, ma la scienza deve inventarsi un nuovo modo per immagazzinare e stoccare le energie pulite, senza dispersioni, con razionalità e su larga scala. Infatti, molti ricercatori si stanno dedicando allo studio di un metodo di immagazzinamento funzionale. L’ultima ipotesi verte sull’immagazzinamento e lo stoccaggio dell’energia in forma gassosa all’interno di celle elettrolitiche.

Un’illustrazione della della bagnabilità commutabile (S. Yoon, TH Shen, V. Tilel) – curiosauro.it

Come immagazzinare e stoccare le energie rinnovabili in modo sicuro

Prima capiamo che cosa sono le celle elettrolitiche. Niente paura: il concetto è elementare. Abbiamo a che fare con una cella contenente un elettrolita in cui vengono inseriti due elettrodi. Dunque, non è né più né meno che un sistema semplice con cui convertire l’energia elettrica in energia chimica tramite l’elettrolisi. Con l’elettrolisi si innesca una reazione che divide le molecole d’acqua in idrogeno e ossigeno. L’elettricità può quindi essere recuperata invertendo la reazione e ricombinando l’idrogeno e l’ossigeno in acqua. Per far ciò occorrono dei catalizzatori che accelerino le reazioni elettrocatalitiche. Questi strumenti devono resistere al processo, quindi devono essere ossidi metallici (non devono consumarsi). E come mai questi ossidi funzionano meglio di altri materiali? La scienza non lo sa con certezza. Da qui parte un interessante studio…

I ricercatori Tileli e Tzu-Hsien Shen hanno osservato le reazioni di elettrolisi dell’acqua al microscopio elettronico, e hanno quindi studiato il comportamento del catalizzatore durante l’intero processo. In pratica hanno generato e analizzato immagini su scala nanoscopica. Nel loro esperimento si sono avvalsi di un catalizzatore di ossido di tipo perovskite chiamato BSCF. Di solito si usano catalizzatori di iridio e rutenio, che sono difficili da trovare e molto costosi. Quindi già l’uso del BSCF potrebbe essere un grosso passo in avanti.

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Ma non è finita qui. Catturando immagini in tempo reale delle particelle BSCF durante ogni fase del ciclo di elettrolisi, i ricercatori hanno visto apparire l’ossigeno molecolare. E questo cosa significa? Che la reazione stava avvenendo con successo. E che il processo di reversibilità era possibile. Ciò vuol dire che potremmo iniziare a stoccare l’energia riciclabile e sostenibile immagazzinandola nello stato gassoso. I ricercatori hanno battezzato questo processo bagnabilità commutabile.

Altre scoperte legate all’elettrolisi

Stoccare energia pulita tramite elettrolisi (wikipedia) – curiosauro.it

Durante il processo gli atomi di superficie delle particelle si sono ridistribuiti modificando le proprietà superficiale del materiale della cella. Di conseguenza, è lecito affermare che le particelle interagiscono con l’ambiente circostante in modo diverso nelle varie fasi del ciclo di elettrolisi. La superficie è idrofobica, cioè idrorepellente, durante alcuni passaggi. In altre fasi invece è idrofila, cioè attratta dall’acqua.

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L’ipotesi è che la superficie delle particelle possa cambiare. Un fenomeno mai stato osservato su scala nanoscopica e in tempo reale. Ciò che ci interessa è la capacità di un materiale di mutare, dallo stato idrofobico a quello idrofilo, e viceversa. Perché? Per un fatto semplice: gli ingegneri potrebbero usare questo fenomeno per immagazzinare e stoccare energie rinnovabili. Ma non solo. Il processo potrebbe avere applicazione anche nella tecnologia dei sensori e nei sistemi di purificazione dell’acqua.

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