In ogni luogo chiuso, dura venti minuti il maggior rischio di contagio da Covid-19. Passato questo tempo, infatti, il virus perde il 90% della sua capacità a trasmettersi per via aerea. La notizia arriva da uno studio del centro di ricerca sugli aerosol dell’Università di Bristol.
Il tempo che passa rende il virus del Covid-19 meno pericoloso. E di norma bastano venti minuti affinché il temutissimo coronavirus diventi meno contagioso e quindi trasmissibile. In più, dalla ricerca inglese compiuta dall’Università di Bristol è emerso che sulla trasmissibilità influiscono moltissimo la distanza fisica e il livello di umidità dell’ambiente. Quindi il distanziamento e la mascherina sono gli strumenti più efficaci per evitare la trasmissione del Covid-19. Questa è una conferma definitiva, che vale soprattutto nei luoghi chiusi e nelle situazioni che implicano una distanza ravvicinata.
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Ebbene, è una buona notizia sapere che il coronavirus in soli venti minuti nell’aria perde il 90% della sua capacità infettiva. Funziona così: fuori dai polmoni, il potere di contagio del Covid-19 dura poco. Il virus è debole, e dopo una ventina di minuti è praticamente inoffensivo. Ma già dopo cinque minuti perde molta potenza.
Quando le particelle virali lasciano i polmoni, dove l’ambiente è umido e ricco di anidride carbonica, perdono subito acqua e quindi si seccano. Inoltre, il passaggio a livelli più bassi di anidride carbonica è associato a un rapido aumento del pH. Questi due fattori interrompono la capacità del virus di infettare le cellule umane. Tuttavia dobbiamo calcolare bene la velocità con cui le particelle si asciugano, che varia in base all’umidità dell’aria circostante.
Cerchiamo di spiegare la situazione in termini pratici. Chiusi in un treno, senza la possibilità di aprire i finestrini, non siamo a rischio, se tutti i passeggeri sono distanziati almeno un metro e indossano correttamente la mascherina. E dopo venti minuti di viaggio, teoricamente, sarebbe anche possibile avvicinarsi… Il rischio di esposizione maggiore riguarda le persone che stanno vicine senza mascherina. Per esempio amici seduti allo stesso tavolo al ristorante o in un bar. Mettiamo il caso che la temperatura sia molto umida. In tale circostanza la diffusione fra persone più vicine sarà agevolata. Un locale secco, o deumidificato, renderà la vita più dura al coronavirus.
Ma andiamo avanti. Nello stesso ristorante, il virus non riuscirà a propagarsi agevolmente ai tavoli più lontani, anche se il locale è chiuso. E ora sappiamo anche che la temperatura dell’aria non ha influito sull’infettività virale.
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Ciò che c’interessa è sapere che l’infettività del coronavirus SARS-CoV-2 si riduce drasticamente, cioè fino al 90%, già dopo una ventina di minuti dalla sua emissione attraverso le minuscole particelle di gas e liquido esalate quando parliamo o respiriamo (l’aerosol). Gran parte di questa perdita di capacità di infettare avviene nei primi cinque minuti di uscita dalle vie aeree. Ecco che cosa sostiene uno studio dell’Università di Bristol.
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