L’energia rinnovabile non riesce ancora a imporsi in Italia come modello alternativo e funzionale a quello dello sfruttamento dei combustibili fossili. Secondo un report di Legambiente, il problema principale è la burocrazia. Sembra che lo Stato voglia bloccare gli impianti ecosostenibili per favorire il gas. Ecco qualche esempio…
Quando la burocrazia ferma le rinnovabili
Legambiente racconta di un episodio accaduto in Veneto. Qui il consiglio regionale ha proposto una legge per limitare il fotovoltaico nelle aree agricole. La delibera è passata come proposta per contenere la potenza installabile per gli impianti solari fotovoltaici su aree agricole fino a un massimo di 200 kWp o 1 MWp. E pare che questo caso abbia fatto scuola. Molti altri territori hanno imitato la procedura, per mettere i bastoni fra le ruote all’energia rinnovabile.
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C’è anche il caso di Rimini, dove il Comune ha imposto un ridimensionamento dell’opera di costruzione di un impianto eolico. All’inizio erano previste cinquantanove pale eoliche. Dopo pochi giorni le pale sono state ridotte a cinquantuno. Come? Riducendo con un cavillo l’area interessata da 113 a 80 chilometri quadrati.
I problemi dell’Italia con le energie ecosostenibili
Dappertutto si notano inutili lungaggini burocratiche, ostacoli, moratorie, ostruzionismo e strane manovre per bloccare la costruzione di impianti eolici, fotovoltaici o idrici. Legambiente ha creato una sorta di report, per segnalare i casi più eclatanti. In Puglia, dove dovrebbe sorgere l’impianto eolico offshore di Taranto a largo del porto della città, i lavori sono in pratica fermi dal 2008. L’impianto dovrebbe essere costituito da dieci turbine eoliche ciascuna da 3 MW, ma da più di dieci anni la Regione e il Comune cercano di bloccare il progetto. Con la scusa che l’opera rovinerebbe il panorama. E sì, Taranto è una bella città… ma l’area interessata sarebbe quella dell’ex Ilva: non un posto così ameno.
Più a Sud, in Sicilia, è scoppiato un parapiglia per bloccare il progetto dell’impianto eolico galleggiante nel Canale di Sicilia. Questo cantiere ambizioso e innovativo pare che non piaccia a nessuno. I calabresi non lo vogliono. I siciliani non se la sentono. E intanto nessuno si preoccupa dell’emergenza energetica che colpisce queste due regioni in particolare.
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Altri problemi simili ci sono stati in Lazio, in Abruzzo, in Calabria, in Lombardia. Dovunque in Italia si cerca di ostacolare con delibere e leggi ad hoc la costruzione e l’istallazione di impianti eolici o fotovoltaici. Questa è la situazione. Perché non piacciono le rinnovabili? Perché i loro impianti sono esteticamente poco gradevoli? Le centrali di gas non sono tanto meglio, in verità…