Quello dell’Antartide è un ecosistema fragile ed esposto a continue minacce. L’ultimo allarme da parte della scienza mette in guardia dalle imbarcazioni turistiche, da pesca e delle missioni di ricerca. Queste navi, infatti, possono trasportare sotto gli scafi microbi, crostacei e altre specie invasive pericolosissime.
Ogni giorno in Antartide sbarcano navi da pesca, imbarcazioni turistiche e grandi natanti con a bordo ricercatori in spedizione scientifica. E con ognuna di queste barche possono arrivare sul continente di ghiaccio migliaia o milioni di microbi e centinaia di specie invasive provenienti da qualsiasi parte del mondo. Questo problema, in realtà, non riguarda solo il Polo Sud. Ma gli ecosistemi incontaminati come l’Antartide sono molto fragili, e anche preziosi per la salute di tutta la Terra. Sul continente vivono infatti solo piante e animali che si sono adattati al clima rigidissimo, tra cui pinguini, foche, varie specie di muschi, di licheni, di funghi e di alghe.
L’allarme per questo ecosistema giunge da studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. I curatori sono degli scienziati dell’Università di Cambridge e del British Antarctic Survey, i quali hanno tracciato i movimenti globali di tutte le navi che entrano nelle acque antartiche.
Secondo questa ricerca, l’Antartide è tutt’altro che una terra isolata o marginale. È collegata a tutte le regioni del pianeta tramite una vastissima e intricata rete di attività. Centinaia di rotte navali giungono su queste coste ghiacchiate. Soprattutto per la pesca, per il turismo, per la ricerca e per il rifornimento. Ma, con il loro andirivieni, queste navi espongono la zona all’assalto di specie invasive non autoctone potenzialmente distruttive. Organismi estranei che possono minacciare gravemente la stabilità dell’ambiente.
Il gruppo di ricerca ha identificato 1581 porti correlati all’Antartide. E ognuno di questi porti rappresenta una potenziale minaccia, perché è una fonte di specie non endemiche. Parliamo di alghe, cozze, remore, cirripedi, granchi, ma anche funghi, batteri e microbi. Ovvero pericoli reali per delicata biodiversità dell’Antartide.
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Dobbiamo infatti capire che le specie endemiche della regione antartica non sono abituate alla competizione con altre specie. Sono rimaste isolate negli ultimi quindici milioni di anni, forse più. E la loro salvezza è necessaria per il benessere terrestre. Ma non è solo questo… sono specie rilevanti anche dal punto di vista economico.
Esistono norme chiare proprio per impedire la contaminazione delle specie negli ambienti antartici. Ma le procedure non vengono rispettate. In pratica, nessuno aveva mai pensato che le navi che arrivano sulla costa potessero rappresentare una minaccia così grave. Occorrono quindi strategie in grado di individuare le specie invasive prima che diventino un problema irrisolvibile.
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Le specie sgradite all’ecosistema antartico crescono e si moltiplicano sugli scafi delle navi. E possono arrivare dall’India o dal Cile, dal Sudafrica o dall’Australia, dalla Cina o dal Giappone… i natanti più pericolosi, in questo senso, sono i pescherecci, che prima di arrivare nelle acque antartiche visitano tantissimi mari… Ma rappresentano un rischio anche le navi delle spedizioni di ricerca che rimangono nei porti dell’Antartide per periodi più lunghi.
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