Le illusioni ottiche sono immagini che ingannano o confondono la vista umana e il cervello. Contenuti dalla forma ambigua che il nostro pensiero può percepire in modo plurivalente o errato. Queste illusioni possono manifestarsi naturalmente o essere prodotte da artifici artistici. La psicologia ne fa uso da cent’anni in test specifici per raccogliere informazioni dal subconscio. Capiamo come…
Tantissimi artisti hanno realizzato opere basate su illusioni ottiche. Tra gli altri, citiamo Giuseppe Arcimboldo, Salvador Dalí, Maurits Cornelis Escher, Bridget Riley, Marcel Duchamp… Le loro opere vengono spesso sfruttate dalla psicoanalisi come strumenti d’indagine. La famosa domanda “Che cosa vedi in quest’immagine?” punta infatti a tirar fuori un’interpretazione soggettiva, profonda, che possa rivelare uno stato d’animo, una visione del mondo.
In tal senso, sono fondamentali le cosiddette immagini ambigue: opere al cui interno troviamo due o più possibili figure distinte e osservabili. Le singole figure possono essere colte a seconda del punto di vista. Per esempio capovolgendole. Oppure a seconda delle aspettative. Ed è qui che si nasconde il senso dell’illusione come metro psicologico per inquadrare una sfumatura della soggettività.
Su questo stesso identico fenomeno si basa l’abitudine umana a riscontrare forme percepibili in oggetti amorfi. C’è chi vede un volto religioso nel disco della Luna o nell’alone di un finestrino, c’è invece chi distingue forme animali nelle nuvole. Nello specifico, ci troviamo di fronte a casi di pareidolia.
In psicologia e psichiatria, sono sfruttate da moltissimi anni le immagini del test di Rorschach, create appunto dallo psichiatra Hermann Rorschach. Questo famosissimo test psicologico proiettivo è spesso utilizzato per l’indagine della personalità. Ci illumina su alcuni momenti critici del funzionamento del pensiero, svela disagi affettivi e la giusta capacità di autorappresentazione. Il test si esprime attraverso macchie amorfe che possono essere interpretate come figure.
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Un metodo diffuso di interpretazione di queste immagini è quello Passi-Tognazzo, detto anche “metodo svizzero-italiano”. Un test interpretativo a due fasi. La prima di orientamento psicodinamico. La seconda di orientamento strutturale (statistico). La piena coincidenza delle due fasi su un determinato elemento di personalità rende il test valido.
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