Gli Stati Uniti hanno selezionato i prossimi dieci astronauti che, entro il 2025, voleranno verso la Luna, così come previsto dal programma spaziale Artemis. Il loro addestramento è cominciato nei giorni scorsi e durerà un paio di anni. Ma tutto questo tempo di attesa potrebbe costare caro agli USA. C’è infatti il rischio concreto che il primo astronauta ad andare sulla Luna non sarà americano. Scoppia una vera e propria sfida fra USA e Giappone. Scopriamo perché.
Nei giorni scorsi Fumio Kishida, il primo ministro del Giappone, ha dichiarato che l’obiettivo principale dell’agenzia spaziale nazionale (JAXA) sarà quello di mandare un uomo sulla Luna nei prossimi anni. Secondo alcuni esperti, quindi, il Giappone potrebbe anticipare gli Stati Uniti, o comunque fare pressioni per portare per primo un astronauta sul nostro satellite naturale. Anche la JAXA, in verità, collabora al programma della NASA Artemis; quindi non vi è un reale conflitto fra le due agenzie. La sfida è “interna”, se così possiamo definirla.
Kishida ha dichiarato che il Giappone promuoverà con tutte le sue forze il programma Artemis nella speranza che nei prossimi anni un astronauta giapponese possa allunare. Il suo discorso è stato espresso durante un meeting presso il quartier generale per lo sviluppo spaziale, ovvero lo Strategic Headquarters for Space Development.
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Come dobbiamo interpretare questa dichiarazione? Il Giappone sta sfidando gli Stati Uniti? Sì e no. La questione concerne più un problema politico nipponico. La nazione asiatica, infatti, ha negli scorsi anni tagliato quasi del tutto gli investimenti nel settore spaziale. Le parole di Kishida vanno quindi intese come un proclama politico. Il ministro vuole chiedere al Governo di far rilanciare il programma spaziale nipponico. Per capire cosa succederà dovremo quindi aspettare il prossimo anno fiscale, che in Giappone ha inizio dopo il primo aprile.
All’interno del programma Artemis, il ruolo Giapponese non è ancora ben chiaro. Gli americani non si sono mai sbilanciati in tal senso, e forse le parole di Kishida servono proprio per ricordare agli USA che il Giappone ha intenzione di ritagliarsi una parte importante nel grande spettacolo. Sono diversi anni che la JAXA aspetta la sua occasione per mettersi in mostra a livello spaziale. L’agenzia è relativamente giovane: è stata fondata nel 2003, dalla fusione della NASDA, dalla National Aerospace Laboratory of Japan (NAL) e dall’Institute of Space and Astronautical Science (ISAS).
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Per adesso, è il Canada l’unica nazione che ha ottenuto dagli USA risposte chiare sul proprio ruolo nella missione. I canadesi svilupperanno il braccio robotico del Lunar Gateway e forniranno due astronauti per la navicella Artemis 2. Si tratta di Joshua Kutryk e Jenni Sidey, che si aggiungeranno ai dieci astronauti selezionati dal territorio statunitense.
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