Videogame. Chi non li ama? Da almeno quarant’anni le console di videogiochi fanno parte della nostra quotidianità. La tecnologia evolve e muta anche l’estetica dei giochi, ma non cambia la passione per gli apparecchi elettronici con cui grandi e piccoli continuano a giocare con i videogiochi. Negli anni abbiamo conosciuto console formidabili: dal Magnavox Odyssey alla Nintendo, dal Sega Master System alla PlayStation. Ma ci sono state tante altre console di scarsa diffusione che oggi sono oggetto di studio e collezione.
Chi si ricorda, per esempio, del Fairchild Channel F? Questa console fu disponibile dal
1976 ma praticamente non la comprò quasi nessuno. Secondo gli appassionati, il Fairchild Channel F di Fairchild Semiconductor è un pezzo storico. Di fatto, fu la prima console a funzionare con cartucce ROM intercambiabili. Possedeva un hardware dotato di microprocessore, che per il tempo era raro. Rispetto ai sistemi da gioco precedenti, questo apparecchio godeva quindi di elementi rivoluzionari: una CPU originale F8, uno slot per l’inserimento delle cartucce e la possibilità di RAM aggiuntiva a cui attingere per far funzionare i giochi.
I controller erano davvero strani: un po’ joystick e un po’ manopola, e con vari tasti. Sappiamo che il Channel F è stato poi venduto in diverse forme e con molti nomi, sotto marchi differenti, ma venne schiacciato dal dominio dell’Atari VCS. Per cui in giro se ne trovano pochissimi.
Nel 1977, anno del punk, venne fuori il Coleco Telstar Arcade. Un apparecchio che appartiene ancora alla prima generazione di hardware anche se disponeva di quattro cartucce intercambiabili basate su chip integrati. La caratteristica principale del Coleco era la sua forma triangolare: stranissima!
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L’idea di base era quella di offrire varie esperienze di gioco, in ottica arcade, in una soluzione domestica da collegare al televisore. C’erano infatti differenti dispositivi per il controllo: un volante, una pistola e dei controller da simil-Pong. Per i collezionisti, il Telstar Arcade è un gioiellino retro-futuristico.
Negli anni ’80 i videogame erano considerati giochi prevalentemente maschili. Per questo nel 1884 nacque il Super Lady Cassette Vision di Epoch. In pratica una variante al femminile del Super Cassette Vision. La femminilità era garantita dalla tinta rosa della console e da giochi a tema romantico o con eroine donne.
Una curiosità: il Super Lady Cassette Vision era contenuto in una valigetta tutta rosa, simile a un beauty-case. Un po’ stereotipante, diciamo.
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Tutti questi apparecchi sono oggi rari e per questo amatissimi dai collezionisti di archeologia informatica. Se ne avete uno in cantina, potreste venderlo a cifre esorbitanti!
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