Nei giorni scorsi, in Norvegia, degli archeologi hanno trovato uno strano bastone e un osso incisi con rune misteriose. Il ritrovamento è stato fatto nel parco medievale di Oslo, dove un mese fa i ricercatori avevano scoperto la scultura di un antico re con un falco appollaiato sul braccio.
Secondo Science Norway il bastone e l’osso con incisioni runiche potrebbero avere un alto valore archeologico e storico. Queste rune sono state portate alla luce nel parco medievale di Oslo. Lo stesso luogo dove il mese scorso è stata trovata la già citata scultura del re con il falco. Secondo l’archeologa Solveig Thorkildsen del Norwegian Institute for Cultural Heritage Research, l’osso potrebbe essere un pezzo di una costola di un cavallo o di una mucca. Su questo osso si scorgono iscrizioni norrene su entrambi i lati. L’iscrizione include il nome o il soprannome di un uomo e poi le rune per la parola “osso”. Quale potesse essere la funzione di questo reperto è difficile da immaginare.
Anche il bastone presenta iscrizioni runiche. Qui i caratteri sono su tre lati, ma presentano anche alcune frasi in latino. I runologi che stanno studiando il reperto affermano che l’iscrizione latina include le parole “manus“, “Domine” e “Bryngjerd“, che è il nome di donna.
Si tratta dunque di un bastone rituale dallo spiccato valore devozionale. Il messaggio su di esso inciso potrebbe infatti attestare la religiosità della misteriosa Bryngjerd. Forse una suora, o comunque una fervente cristiana. Per comprendere meglio la situazione dobbiamo datare il pezzo. Sappiamo infatti che le suore in Nord Europa arrivarono solo dopo il 1400. Se la donna è vissuta prima, non poteva quindi condurre vita monastica. Come intendere allora il suo messaggio? L’esame dei manufatti al microscopio dovrebbe rivelare maggiori informazioni nei prossimi giorni.
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Per leggere queste antiche scritte runiche in antico norvegese c’è bisogno di tempo e di studio. Lo sanno bene gli archeologi che trattano reperti simili.
L’alfabeto runico è detto anche fuþark, dalla sequenza dei primi sei segni che lo compongono. Cioè: Fehu, Uruz, Þurisaz, Ansuz, Raido, Kaunan. Questa scrittura era usata dalle antiche popolazioni germaniche, come ad esempio i Norreni, gli Angli e i Goti. Ma secondo alcuni storici potrebbe essere nata in Italia. Per la precisione a Cuma.
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Non ci sono certezze, ma l’alfabeto runico potrebbe derivare da una sintesi di alfabeto italico e scrittura etrusca. E gli antropologi credono che Cuma possa essere il luogo in cui queste tradizioni culturali possono essersi fuse. Come avrebbe fatto però questo alfabeto ad arrivare fino in Scandinavia? Non si sa, e probabilmente non verrà mai spiegato.
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