La nuova frontiera dell’edilizia è legata al mercato delle case stampate in 3D. Molte aziende specializzate sono già attive, ma ha fatto notizia in Virginia la realizzazione di una casa, sempre stampata in 3D, in sole ventotto ore!
Il record (americano) spetta all’azienda Habitat for Humanity, che ha costruito, o meglio, stampato una casa in poco più di un giorno. L’abitazione si trova in Virginia, USA, ed è stata prodotta in ventotto ore. Com’è stato possibile? Il miracolo dipende dalla nuova tecnologia di costruzione basata sulla stampa. Una procedura che comporta risparmio di tempo e, soprattutto, un risparmio incredibile di denaro. La nuova stampa 3D, infatti, permette di razionalizzare la materia prima e di eliminare tutto il lavoro di trasformazione di manovalanza. Il processo di edificazione in cemento ha richiesto pochissime ore di lavoro effettivo e ha ridotto i costi di costruzione dal 15% al 25%.
Dopo la crisi degli anni ’00 e poi con la pandemia, il prezzo delle case negli USA è aumentato tremendamente. I prezzi immobiliari sono schizzati in alto, sia nei grandi centri che in provincia, mentre quasi non si riscontra aumento del reddito medio dei lavoratori.
Da questa situazione prende corpo una complessa congiuntura sociale, su cui parecchie associazioni provano a lavorare. Moltissime famiglie americane non possono più permettersi una casa di proprietà. Habitat for Humanity nasce proprio per questo, ossia per rendere l’acquisto dell’immobile accessibile a tutti i cittadini americani, anche a coloro che appartengono alle cosiddette fasce più deboli.
Negli anni scorsi l’azienda no profit ha costruito e ristrutturato moltissime case, con l’aiuto di volontari, e poi grazie alla buona volontà degli stessi futuri proprietari. Ma adesso Habitat for Humanity, che vende e realizza case senza scopo di lucro, si è lanciata anche nel settore dell’edilizia 3D.
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Il concept rimane sempre lo stesso: possono usufruire del servizio acquirenti qualificati con redditi da bassi o moderati ma con crediti eccellenti. Tutti questi acquirenti dovranno tuttavia ripagare l’azienda assicurandole almeno trecento ore di volontariato.
Lo scorso dicembre, la casa stampata in 3D è stata consegnata ai nuovi proprietari: April Stringfield e suo figlio di tredici anni. I due si sono detti felici e soddisfatti. Sono i primi americani a essersi trasferiti in una casa stampata in 3D da Habitat for Humanity. Possiamo dire che la sperimentazione ha avuto successo. E il loro esempio potrà fare scuola. Ora, è sicuro, l’azienda no profit continuerà a collaborare con la società di costruzioni Alquist 3D.
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La Alquist ha utilizzato un’enorme stampante 3D per creare la struttura della casa in cemento. Il materiale è preferibile al legno e agli altri materiali tradizionali dell’edilizia americana proprio perché è più malleabile per la stampante.
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