Secondo gli esperti queste due varianti rappresenterebbero due pandemie diverse, sia per contagiosità che per pericolosità. Quale prevarrà tra le due? Il dottor Giuseppe Remuzzi, dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, prova a darci una risposta concreta!
Ormai sono in molti a sostenerlo, abbiamo due pandemie in corso: una sostenuta da Omicron e l’altra da Delta. In terapia intensiva, spiega il dottor Giuseppe Remuzzi, ci sono molti pazienti che hanno contratto Delta, che sembra essere la variante meno contagiosa ma più pericolosa, ma ci sono anche molti non vaccinati.
“ Oltre alle due pandemie causate da varianti diverse, Omicron e Delta nel nostro caso, esistono anche altre due pandemie fatte da chi si è vaccinato e da chi non lo ha fatto. Purtroppo la malattia, indipendentemente dalla variante contratta, continua a causare i problemi più gravi solo tra i non vaccinati”.
Come si evince dai grafici dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che misurano l’incidenza dei ricoveri per 100mila abitanti divisi per stato vaccinale e classe di età, essere vaccinati protegge in modo molto importante. Con la terza dose, solo le persone anziane che hanno altri tipi di malattie associate finiscono in terapia intensiva.
Il dottor Remuzzi continua a puntare il dito sull’importanza del vaccino, sostenendo che:
“ La percentuale di non vaccinati in ospedale è molto alta, se fossimo tutti vaccinati non ci sarebbe alcun problema di saturazione dei letti. Se le due varianti continueranno a coesistere, questo potrebbe rappresentare un dilemma grave. Se, d’altra parte, Omicron riesce a sopraffare Delta, poiché la malattia che provoca è meno grave, allora forse saremo in grado di vedere la curva scendere nel giro di poche settimane “.
Questa sarebbe proprio una bella notizia, sostiene ancora Remuzzi perché:
“Un’espansione fulminea di Omicron che sorpassa Delta porterebbe a raggiungere prima il picco della nuova curva positiva (essendo Omicron più contagiosa). Allo stesso modo, come è già successo in Sudafrica e Gran Bretagna, il declino dovrebbe essere anche più veloce, ma se vogliamo parlare della fine della pandemia, penso che dovremo ancora prendere precauzioni almeno per un paio d’anni”.
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Anche se si raggiungesse il 95% tra vaccinati e guariti, bisognerebbe comunque considerare le mutazioni del virus (che non si fermano) e la circolazione delle persone (che continua).
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Tuttavia, si potrà parlare di fine della pandemia solo con il raggiungimento dell’immunità di gregge.
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