Torniamo a duemila anni fa, prima della diffusione del Cristianesimo nell’Impero Romano. Sotto i primi imperatori della gens Giulia, quando cioè i primi cristiani arrivarono in Occidente, le forme devozionali più diffuse erano quella pagana classica, alcuni riti misterici orientali e il mitraismo.
Quale religione avrebbe avuto la meglio, se il Cristianesimo non fosse mai diventato un culto di massa? Avete mai sentito parlare del mitraismo?
Quando Gesù Cristo scomparve, i suoi discepoli si separano in due schieramenti. C’era chi premeva per evangelizzare le genti pagane (come voleva Pietro) e chi intendeva restare in Palestina e predicare solo fra gli Ebrei (come Giacomo, il fratello di Gesù). Alla fine, vinse il partito di san Pietro e san Paolo, e il Cristianesimo conquistò l’Impero Romano. Ma se non fosse stato così? Probabilmente, a imporsi sarebbe stato il mitraismo: il culto che venerava l’antichissimo dio Mitra. Una non possiamo definirla una vera e propria religione, dato che in questo culto confluivano soprattutto riti iniziatici, misteri esoterici, rituali zoroastriani e misticismo escatologico. A ogni modo è indubbio che questo culto, nei secoli del primo Impero, fosse il più diffuso tra i soldati. Piacque anche a molti membri delle famiglie imperiali…
Non conosciamo le vere radici di questi riti misterici. Possiamo affermare che abbiano avuto origine nel continente asiatico. Ma, come culto misterico, il mitraismo si istituzionalizzò solo nell’area del Mediterraneo orientale intorno al II e al I secolo a.C.. Si fece poi strada nell’Impero a partire dal I secolo d.C., diventando una vera e propria forma devozionale iniziatica dominante. Scomparve come pratica rituale in seguito al decreto Teodosiano del 391, l’imperatore che mise al bando tutti i riti pagani. Probabilmente, senza questa condanna, il culto di Mitra esisterebbe ancora, almeno come pratica esoterica. O magari si sarebbe trasformato in una religione ufficiale e positiva, come l’Ebraismo o l’Islam.
Mitra fu uno dei primi profeti a parlare apertamente dell’esistenza dell’anima. Coloro che partecipavano al culto (ovvero al rituale misterico) dedicato al dio speravano di poter pervenire attraverso un cammino di sette passaggi iniziatici alla pace spirituale. Questi sette riti venivano simboleggiati dalle sette sfere planetarie, che dalla Terra conducevano all’aeternitas. Cioè all’immortalità dell’anima.
In quanto emanazione della cultura zoroastriana, il culto misterico di Mitra si reggeva sulla forte dicotomia fra luce e ombra, bene e male, vita e morte. Prevedeva quindi un cammino iniziatico e ascetico fondato sul superamento della condizione mondana, tutto sviluppato intorno a sacrifici, pratiche magiche e cerimonie segrete. Ecco perché sappiamo pochissimo sull’antica culto. I riti erano occulti, nascosti. Vale a dire aperti solo a pochi eletti: gli iniziati.
Grazie allo studio dei mitrei (i luoghi sotterranei in cui si svolgevano i misteri) possiamo però intuire alcuni fondamenti rituali del culto. Sappiamo per esempio che il culto escludeva le donne ed era praticato da ristretti gruppi elitari. Spesso nobili. Ma anche soldati, intellettuali e senatori. Questo rito misterico affascinava fortemente i Romani, che scorgevano in Mitra un simbolo solare, di potenza e di felicità, mentre intendevano il Cristianesimo come una religione più cupa e rivolta ai deboli.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> ROMA nascosta: tra le viscere della città eterna
Il messaggio spirituale del mitraismo, proprio come nel Cristianesimo, era però escatologico. Il culto voleva iniziare gli adepti a un cammino di purificazione in attesa della resurrezione dei morti. E pare che fossero moltissimi i punti di contatto fra Cristianesimo e mitraismo. Mitra era festeggiato il 25 dicembre (il giorno del Sol Invictus), proprio come Cristo. E gli iniziati del culto celebravano il loro dio consumando vino e pane.
Solo a Roma sono stati trovati ventidue mitrei. Ma di certo dovevano essercene centinaia. Si tratta di ambienti sotterranei, ricchissimi, misteriosi e pieni di simboli occulti.
Un altro culto molto seguito a Roma in epoca imperiale era quello di Iside. Un’antichissima pratica devozionale, data in Egitto, che a Roma aveva trovato nuova linfa vitale, ricollegandosi ai misteri orfici e ai culti baccanali.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Chi era la maga Circe e qual è la sua storia?
Anche i culti bacchici erano molto diffusi in Italia prima del Cristianesimo, ma erano considerati “illegali”, cioè non pubblici. Per questo erano sviluppati soprattutto in ambiente rurale, fra contadini e allevatori. La Repubblica infatti aveva vietato questi riti, intorno al 186 a.C., per via di alcuni disordini che si erano verificati in più occasioni fra i partecipanti. Esiste il famoso Senatus consultum de Bacchanalibus: un decreto del Senato romano col quale furono vietati in tutta Italia i Bacchanalia.
Dopo molteplici indiscrezioni, Francesco Paolantoni rompe il silenzio riguardo il suo addio a Ballando con…
Come fa Amazon a tutelarsi in caso di reso truffaldino? E che cosa rischia chi…
Un gruppo di scienziati ha scoperto qual è il vero motivo per cui tante persone…
Ecco quali sono i reati che costituiscono vere e proprie "macchie" sulla fedina penale. Le…
Emma Marrone non è riuscita a nascondere l'emozione dopo l'evento e ha confidato ai follower…
Secondo le anticipazioni turche, nelle prossime puntate di Endless Love, Emir metterà in atto un…