Le scoperte misteriose che la scienza non può spiegare: almeno in parte

Spesso l’archeologia ci sottopone a misteri difficili da comprendere. Gli scienziati e gli storici, nel corso degli ultimi due secoli, hanno dovuto quindi affrontare una serie di scoperte davvero inspiegabili. Alcuni di questi misteri sono stati risolti, almeno in parte. Altri continuano a inquietarci e a riempirci di dubbi. Proviamo a fare una classifica. Ecco a voi le cinque scoperte misteriose che la scienza non può spiegare.

4 scoperte misteriose che gli archeologi hanno avuto difficoltà a spiegare (captured) – curiosauro.it

5 scoperte misteriose che la scienza non sa spiegarsi

Ci sono ritrovamenti che mettono in crisi gli scienziati. Parliamo di manufatti dall’aspetto misterioso, reperti senza senso, dati incongruenti e oggetti inclassificabili. Ovviamente la scienza cerca di produrre teorie in grado di gettare almeno un po’ di luce su questi misteri. E non sempre ci riesce. Partiamo dallo strano caso della tomba di Xin Zhui.

Xin Zhui, conosciuta anche come la Signora Dai, visse intorno al I secolo d.C., in Cina, e fu la moglie di Li Cang marchese di Dai, durante la dinastia Han occidentale. Nel 1968 degli archeologi hanno trovato la sua tomba, e al suo interno hanno scoperto un corpo quasi integro, nonostante avesse quasi duemila anni. I resti eccezionalmente ben conservati della donna sono ora conservati nel Museo dell’Hunan, ma restano ancora un mistero per la scienza. Come ha fatto il cadavere a conservare la propria pelle? Sappiamo che la donna fu seppellita dopo essere stata avvolta in più strati di veli, e che il sepolcro era riempito con un fluido color rosso a base di mercurio. Forse gli antichi cinesi avevano trovato una sostanza di conservazione molto efficiente, di cui oggi non abbiamo memoria.

La mummia con le Adidas

Le Adidas mongole… (captured) – curiosauro.it

Continuando a parlare di morti, un’altra stravagante scoperta archeologica è stata quella della mummia mongola con indosso degli stivali Adidas. Innumerevoli studi si sono interrogati sulla questione. Come fa un corpo risalente a centinaia di anni fa a indossare scarpe a strisce bianche e rosse, così simili a un modello Adidas. Gli archeologi credono che questa vittima della storia sia morta pressapoco 1100 anni fa sui Monti Altai, dopo aver subito una ferita alla testa. Ma la causa effettiva del decesso è ancora un mistero. Ancora più misteriose sono le scarpe. Come sono state prodotte?

Non lo sappiamo e non lo sapremo mai. Ma la scienza ci ha illuminato sul cadavere. Abbiamo capito che si tratta di una donna, probabilmente una trentenne. E sappiamo pure che forse era una sarta, dato che portava con sé strumenti da lavoro come spilli e aghi. E allora possiamo immaginare che gli stivali siano stati una sua creazione, molto stilosa e in anticipo sui tempi!

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Tra le scoperte misteriose che hanno sconvolto gli studiosi, un altro anacronismo evidente sembra quello dei bikini che appaiono nelle decorazione di Villa del Casale, in Sicilia. Fa un po’ strano infatti pensare che nel IV secolo a.C., le antiche donne romane indossassero degli indumenti da mare così simili agli attuali bikini. Ma in effetti è così: ce lo testimonia l’arte.

Scoperte misteriose: i bikini delle antiche romane – curiosauro.it

Lo scheletro minuscolo e l’Arca di Noè

Tempo fa in Cile, nel deserto, fu trovato uno scheletro umanoide minuscolo, dalla forma parecchio strana. A guardarlo bene, quel corpo pare proprio quello di un alieno: braccia lunghe, testa allungata e altezza ridotta. In molti hanno subito pensato a un alieno. Poi gli scienziati hanno studiato il DNA dei poveri resti. E così hanno capito di trovarsi di fronte a un umano: una donna. Ada, questo è il nome che è stato dato alla ragazza, aveva dieci anni, e doveva essere affetta da una patologia rara. Le sue ossa erano poco sviluppate, e il suo organismo era dunque costretto in proporzioni da folletto.

Il re di tutti i misteri è quello dell’Arca di Noè. Nel 1959 fu trovato in Turchia qualcosa di importante. Forse una prova della veridicità storica del racconto biblico. In realtà già dall’Ottocento circolavano voci che sul monte Ararat potesse conservarsi qualche reperto. La cultura armena, infatti, ha memoria di un sito che si crede sia collegato ai resti dell’Arca. Per questo il monte è stato scalato da molti esploratori. Qualcuno, alla fine dell’Ottocento trovò una trave di legno lavorata a mano, di una lunghezza di 1,30 metri e di uno spessore di 12 centimetri.

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Oggi, tramite i satelliti, riusciamo a vedere cosa c’è in cima al monte. E vediamo ciò che gli scienziati chiamano l’anomalia dell’Ararat, ovvero una grande macchia nera e sfocata sulla neve che emerge sotto il ghiaccio. In realtà i geologi credono che si tratti solo di una grande formazione rocciosa con l’aspetto di una barca che esce dalla terra… Ma l’indagine non è conclusa.

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