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Archeologia

Ritornano 200 reperti archeologici trafugati: il controvalore? 10 milioni di euro

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Giuseppe F

Recuperati più di duecento reperti sottratti illegalmente ai beni culturali italiani. Secondo una prima stima, il loro valore totale supererebbe i dieci milioni di euro. E dobbiamo ringraziare soprattutto il comando dei Carabinieri che tutela il patrimonio culturale. Non è infatti la prima operazione vincente in campo archeologico del nucleo specializzato dell’Arma. Tuttavia, stavolta, gli investigatori hanno portato a termine una grande operazione di recupero dagli USA di reperti archeologici trafugati. Più di duecento pezzi pregiati in tutto.

Tornano in Italia 200 reperti trafugati (captured) – curiosauro.it

Duecento reperti archeologici trafugati sono tornati in Italia

Reperti archeologici, manufatti, statue romane, vasi e tanto altro. Tutti pezzi d’arte che nell’arco degli ultimi decenni erano finiti negli USA, tramite la complicità dei noti trafficanti d’arte, di musei conniventi, collezionisti privati e di case d’aste corrotte. Sono più di duecento i reperti recuperati dai Carabinieri e riportati in Italia: pezzi di grande importanza storica, artistica e anche economica. E ora tutte queste opere torneranno, se possibile, nei loro luoghi di provenienza. Dei duecentouno reperti, centosessantuno sono già stati rimpatriati. Gli altri arriveranno nei prossimi mesi. Quaranta pezzi, infatti, saranno trattenuti negli USA per una mostra, che andrà avanti fino al marzo 2022, presso il Consolato Generale d’Italia a New York.

Il ritrovamento di cui parliamo deriva dall’ultimo, fruttuoso procedimento investigativo agito dal Comando dei Carabinieri specializzato nella tutela del patrimonio culturale. All’operazione hanno collaborato anche le autorità giudiziarie e di polizia statunitensi, in particolare con il New York County District Attorney. Al rimpatrio si è lavorato a lungo, anche a livello politico. Durante la Dichiarazione di Roma del luglio scorso, a conclusione dei lavori del G20 Cultura, Italia e USA avevano trovato un accordo per il ritorno in Patria di molti pezzi giunti in America illegalmente. In realtà, gli investigatori d’arte stimano che i reperti sottratti illegalmente al patrimonio italiano siano centinaia di migliaia. Ed è quasi impossibile censirli, figuriamoci tracciarne gli spostamenti.

Gli oggetti recuperati

Il comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale riporta in Italia beni trafugati – curiosauro.it

Le opere recuperate appartengono a reperti di epoca etrusca, romana, greca e apula. Si va da vasi risalenti al VIII secolo a.C. a sculture in marmo del I secolo d.C.. Fra antefisse, crateri, anfore, coppe, monete e teste di marmo, spicca un interessante nucleo di pithoi decorati in bianco e rosso su cui sono raffigurate scene dall’Odissea (in particolare l’accecamento di Polifemo).

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Il pithos è una grande giara per contenere vino dalla forma caratteristica. Un contenitore spesso alto quanto un uomo, dalla base piatta, e dai fragili manici situati ai lati superiori del corpo ceramico. Nell’antica Pompei i pithoi venivano situati in appositi buchi del pavimento. Altri, invece, li esponevano in casa, come pezzi di arredamento: infatti erano spesso decorati con bassorilievi e pitture.

La testa di Settimio Severo

Uno dei pezzi recuperati dallo Stato italiano (captured) – curiosauro.it

Un altro pezzo importante è la testa in marmo raffigurante l’imperatore Settimio Severo, del II sec. d.C.. A quanto pare quest’opera era stata rubata attraverso una rapina a mano armata nel 1985 nell’Antiquarium dell’anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere (in provincia di Caserta). Ovviamente si trattò di un crimine su commissione.

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I trafficanti d’arte, spesso, sottraggono pezzi da necropoli, scavi, musei, chiese e altri siti artistico-archeologici sapendo già di poter smerciare facilmente il “bottino” a case d’aste, a collezionisti privati o addirittura a musei istituzionalizzati. Il grosso dei furti è avvenuto fra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, ma le ruberie non si sono mai fermate.

Giuseppe F

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