Omicron meno pericoloso della variante Delta? C’è chi dice di sì!
Omicron, variante più leggera
Una serie di nuovi studi rileva che la nuova variante di Covid-19, Omicron, ha meno probabilità di danneggiare i polmoni rispetto ad altre varianti. Prove crescenti suggeriscono che Omicron infetta la gola più dei polmoni.
Sei studi hanno scoperto che questa nuova variante non danneggia i polmoni tanto quanto Delta e le altre precedenti. Deenan Pillay, professore di virologia presso l’University College, sostiene che:
… Il risultato di tutte le mutazioni che rendono Omicron diverso dalle sue varianti precedenti è che questa variante potrebbe aver alterato la sua capacità di infettare diversi tipi di cellule…
… Essenzialmente, Omicron sembra essere più in grado di infettare il tratto respiratorio superiore, le cellule della gola. Quindi si moltiplicherà nelle cellule lì più facilmente che nelle cellule profonde dei polmoni. È davvero presto, ma gli studi puntano nella stessa direzione. Se il virus produce più cellule nella gola, allora diventa più infettivo. Al contrario, un virus che infetta il tessuto polmonare è potenzialmente più pericoloso ma meno infettivo…
I test sugli animali
Numerosi studi si basano su test fatti agli animali. I ricercatori del gruppo di ricerca sulla virologia molecolare dell’Università di Liverpool hanno pubblicato una pre-stampa il giorno di Santo Stefano. Uno dei ricercatori, il professor James Stewart, ha affermato che Omicron causa una malattia meno grave nei topi. Il documento della sua ricerca ha dimostrato che i topi infetti da Omicron:
- sono calati peso,
- hanno cariche virali più basse,
- hanno una polmonite meno grave.
I ricercatori affermano che:
… Questi test sugli animali sono solo un pezzo del puzzle. I modelli mostrano che la malattia non è così grave come Delta, e il virus originale di Wuhan. Omicron sembra essere stato eliminato più rapidamente, e gli animali si riprendono prima. Questo si può affermare in base ai dati clinici in arrivo…
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Buone notizie?
Le indicazioni iniziali che stanno arrivando dalle ricerche possono considerarsi una buona notizia. Questo, comunque, non è un segnale sufficiente per abbassare la guardia, soprattutto per le persone fragili o con immunodeficienze gravi.
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Nel frattempo, il laboratorio di Neyts, presso l’Università belga di Lovanio, ha trovato risultati simili nei criceti siriani con carica virale inferiore nel polmone rispetto alle altre varianti. Il professor Johan Neyts afferma che questo potrebbe essere dovuto al fatto che il virus è in grado di:
- Infettare maggiormente gli esseri umani che i criceti.
- Infettare di più il tratto respiratorio superiore.
- Innescare malattie meno gravi.
