Non sappiamo com’era fatto davvero Gesù Cristo. Probabilmente, però, i primi cristiani lo immaginavano senza la barba. Lo confermerebbe un’altra raffigurazione del volto di Cristo scoperta in Israele. Si tratta di una delle immagini più antiche che abbiamo di Gesù Cristo. L’hanno trovata in una chiesa protobizantina nel Deserto del Negev.
Il vero volto di Gesù Cristo: senza barba
Insomma, dell’aspetto di Gesù Cristo sappiamo davvero poco. I Vangeli non descrivono mai il Salvatore dal punto di vista fisico. Ed è comprensibile, dato che per gli ebrei la raffigurazione di Dio era proibita. Nelle primissime rappresentazioni, tuttavia, ci imbattiamo spesso in un uomo imberbe. Proprio così: Cristo, per i suoi primi seguaci, non aveva la barba e nemmeno i capelli lunghi.
Questo look, piuttosto fanciullesco, è riprodotto in pitture antichissime che si trovano nelle catacombe cristiane del V e del VI secolo. Ma il dibattito sul vero aspetto del figlio di Dio era ancora aperto, all’epoca, e coinvolgeva filosofi, esegeti, vescovi e artisti. Anche oggi l’argomento provoca un po’ di imbarazzo. Per esempio, se accettiamo l’iconografia del Cristo imberbe, come facciamo poi a giustificare l’immagine della Sindone? Forse il ritrovamento della rappresentazione nel Deserto del Negav può quindi gettare nuova luce sul problema. Siamo vicini alla ricostruzione del vero aspetto del figlio di Dio?
Più Apollo e meno Zeus. Così potremmo descrivere l’apparenza del Gesù storico. Molto diverso quindi dall’asceta dai capelli lunghi e dalla barba sfatta che ci viene presentato dai quadri cristiani, dal XII secolo in poi.
L’immagine di cui parliamo è stata scoperta in una chiesa del V o VI secolo del villaggio di Shivta, nel Deserto del Negev, in Israele. Sarebbe una pittura muraria che raffigura molto probabilmente il battesimo di Cristo. Quindi ci mostra un Gesù già adulto, mentre si avvicina a San Giovanni per farsi battezzare nel Giordano. Siamo al cospetto di un esempio tipico di arte paleocristiana, dove in effetti era raro vedere il Salvatore raffigurato con il barbone. Ma la rarità dell’opera è soprattutto relativa al luogo in cui la pittura è stata rinvenuta.
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La scoperta importante, quindi, è di natura geografica. In pratica, immagini relative a soggetti religiosi, in questa precisa epoca, specie in Medio Oriente, sono davvero rare. I primi cristiani, infatti, non raffiguravano volentieri Dio e Gesù. E soprattutto in Oriente, sotto l’Impero Bizantino, l’arte sacra non prevedeva ritratti. Iconoclastia a parte (che l’epoca non era ancora iniziata), la rappresentazione di Cristo era sempre stata poco praticata dagli artisti orientali.
Questo Gesù è impresso in una pittura muraria un po’ sbiadita ma abbastanza chiara. L’opera è situata nell’abside di un battistero antichissimo. Qualcuno, in realtà, aveva già notato quest’immagine nel 1920, ma l’archeologo scopritore, al tempo, non se l’era sentita di eliminare l’intonaco per cercare il ritratto nascosto, per paura che tutto l’affresco crollasse. Ora però degli archeologi di Haifa hanno studiato il muro con strumenti digitali e hanno deciso di intervenire per portare alla luce questo Gesù Cristo senza barba.
Il volto può essere solo quello di Gesù. Non ci sono dubbi. Nessun’altra immagine, infatti, sarebbe stata posta nell’abside. E quindi, nel V secolo, è lecito pensare che i cristiani ricordassero o immaginassero così l’aspetto del Salvatore. Come un giovane imberbe dai capelli molto ricci ma abbastanza corti. Gli occhi enormi, il mento pronunciato e il naso lungo.
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Se vi interessa l’argomento, gli archeologi responsabili della scoperta hanno descritto tutto il loro lavoro di scavo e pulitura del dipinto sulla rivista Antiquity. A loro giudizio, la pittura è importante soprattutto perché potrebbe trattarsi del primo esempio pre-iconoclastico di questo soggetto mai rinvenuto in Terra Santa.
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