Chi era la maga Circe e qual è la sua storia?

Circe è una figura indimenticabile della mitologia greca. Potremmo definirla l’emblema della malia e dell’incanto intrigante. Per alcuni commentatori si tratta di una maga, per altri di una dea. Omero ce la presenta nell’Odissea come la signora dell’isola di Eaa, e come figlia del dio Elio e della ninfa Perse, sorella di Eeta e di Pasifae. Dopo millenni, la figura di questo personaggio è ancora misteriosa e affascinante…

Circe offre la coppa a Ulisse nell’opera di John William Waterhouse – curiosauro.it

Chi era davvero Circe?

Sappiamo che Circe dimorava nella mitica isola Eea, che oggi identifichiamo con capo Circeo, nel Lazio. Omero la chiamava dea, ma oggi la figura è ricordata come un prototipo quasi archetipico di strega. Il poeta la descrive come signora assoluta dell’isola dell’Alba, dove regnava in un bellissimo palazzo circondato da un fitto bosco abitato da lupi e leoni. Le arti occulte praticate da questa donna terrorizzavano tutti i viaggiatori che, volenti o nolenti, finivano a Eea.

La Circe omerica è sempre stata un personaggio ricco di fascino e soprattutto di ambiguità. Lo scrittore antico la chiama “donna bellissima” e poi “dea tremenda“; dopodiché ci descrive la sua voce limpida, per poi inquietarci con i suoi crudeli incantesimi. Per il poeta Circe era in tutto e per tutto una dea. Il concetto di magia, infatti, non era ancora diffuso nella Grecia arcaica. Fu introdotto solo secoli dopo da Erodoto, in base all’osservazione della cultura persiana.

L’avventura di Ulisse

Il racconto dell’Odissea ci parla dell’arrivo di Ulisse nell’isola incantata. Dopo aver diviso i compagni in due gruppi, Ulisse ne invia uno in esplorazione. Ma i compagni non tornano: sono infatti caduti vittime degli incantesimi di Circe che li ha trasformati in porci. Ulisse parte allora in loro soccorso. Nella foresta incontra il dio Ermes, il quale lo rende immune al potere della signora del luogo. In questo modo l’eroe può penetrare nel palazzo di Circe e renderla innocua. Sappiamo che la dea riuscirà comunque a incantare Ulisse e a trattenerlo oltre la sua volontà sull’isola (quasi un anno). Fra i due personaggi s’instaura una passione che va oltre l’incantesimo.

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L’episodio di Circe è uno dei passaggi più densi di mistero del poema omerico. Come da tradizione, lo scrittore delega alla donna il ruolo di suprema incantatrice. In Antichità, infatti, l’occulto era un dominio quasi esclusivo della donna. Gli uomini erano indovini o sacerdoti, mentre le donne palesavano una sensibilità per una forma di sapere più misterioso e segreto.

Al di là del racconto omerico

Circe, maga o dea? (wikipedia) – curiosauro.it

Secondo alcune leggende dall’amore di Ulisse e Circe nacque Telegono, che poi uccise il padre. Secondo alcuni storici della cultura antica, invece, Circe sarebbe un’antica divinità italica che Omero ha riadattato come maga, esperta di “pharmaka“, ossia di pozioni magiche e droghe.

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Possiamo dunque definire Circe come una maga? In termini filologici no, dato che Omero la chiama esplicitamente dea, e quindi collega i suoi poteri a una saggezza divina. Se per maga, però, intendiamo un’esperta di incantesimi, e di pozioni segrete, è lecito affermare che Circe si comportasse come una professionista della magia.

Ecco le parole con cui Omero introduce il personaggio, nel X libro del suo poema: E arrivammo all’isola Eea: vi abitava Circe dai riccioli belli, dea tremenda con voce umana.

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