Carne stampata in 3D: sta succedendo davvero

Cosa c’entrano le cellule staminali con la stampa 3D e con la carne più buona del mondo? Ce lo spiegano gli scienziati dell’università di Osaka, Giappone, che sono riusciti dopo anni di ricerche a produrre la prima carne Wagyu con stampa 3D.

Carne artificiale Wagyu: come produrla? (Pixabay) – curiosauro.it

Carne coltivata di Wagyu

La carne coltivata, anche conosciuta come pulita, sintetica o in vitro, è un prodotto commestibile che non proviene da un animale vivo. Secondo molti ricercatori, il consumo di carne del futuro dovrà essere soprattutto di alimenti coltivati o sintetici. Questo perché la carne sintetica è conveniente dal punto di vista etico (dato che non richiede il macello di animali) ed economico (riduce l’impatto ambientale e monetario dell’industria dell’allevamento). Eppure tali produzioni hanno costi di sviluppo parecchio elevati. In più, non tutti i tipi di carne sembrano riproducibili in vitro. A causa della sua conformazione marmorea, per esempio, il pregiato manzo Wagyu (una delle carni più ricercate e amate al mondo) sembrava impossibile da riprodurre artificialmente. Ma ora dei ricercatori giapponesi ci sono riusciti.

La marmorizzazione della carne Wagyu dipende dagli strati visibili di grasso intramuscolare che conferiscono al manzo una consistenza speciale e un sapore deciso. I ricercatori giapponesi, guidati dal professor Dong-Hee Kang, sono però riusciti a replicare questa qualità speciale di carne utilizzando una tecnica unica. Facile aspettarsi che le loro scoperte possano aprire la strada a un futuro più sostenibile.

Lo studio giapponese per la creazione di una carne perfetta

La carne marmorizzata è una caratteristica unica dei capi Wagyu: ogni fetta presenta un’elevata quantità di tessuto adiposo. I grassi insaturi sono distribuiti per venature, simili a quelle del marmo. La carne di questa razza bovina è quindi saporita, tenera e costosa (wikipedia) – curiosauro.it

Nello specifico gli scienziati hanno utilizzato due tipi di cellule staminali isolate dalle mucche Wagyu: cellule satelliti bovine e cellule staminali derivate dall’adipe. Dopodiché hanno stampato con una stampante 3D la classica fetta di carne, rispettando tutte le proporzioni di fibra e grasso, strato per strato. In questo modo la carne sintetica ha raggiunto una somiglianza pressappoco completa con la carne reale.

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Da un punto di vista scientifico, il processo potrà essere applicato per creare altre strutture complesse animali. In pratica, è stata aggiornata la classica tecnica che consiste nel prelevare cellule muscolari e nutrirle con proteine che aiutano la crescita del tessuto. L’aggiunta di grasso è fondamentale, così come la stampa precisa degli strati.

I vantaggi della carne coltivata

Grazie alla carne coltivata, teoricamente, a partire da poche cellule staminali è possibile continuare a produrre carne all’infinito senza aggiungere nuove cellule da un organismo vivente. Secondo una ricerca del 2020, in condizioni ideali, due mesi di produzione di carne in vitro potrebbero generare cinquantamila tonnellate di carne da dieci cellule muscolari di maiale. E per i manzi i numeri sono più o meno uguali. Ciò potrebbe mettere un freno agli allevamenti intensivi, che producono danni all’ambiente e disagio agli animali.

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La carne in vitro ha poi un valore etico fondamentale. Con il suo utilizzo potremmo fermare le crudeltà nei confronti degli animali. Inoltre, biologicamente è più sicura, più salutare. Ecco perché queste ricerche sono importantissime per il nostro futuro.

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