Da anni, in molti Paesi si sta sperimentando la tecnologia del chip sottocutaneo. E qualcuno ha proposto di associarlo al green pass. La notizia, trasmessa da un servizio del TG1, ha scatenato la furia paranoide di orde di no vax, cospirazionisti e dietrologi. Che cosa è successo?
Fatale è stato un servizio serale del TG1 in cui si parlava dell’esistenza dei microchip sottopelle e del loro utilizzo nel mondo. Pochi minuti dopo gli utenti Twitter e Facebook si sono scatenati con post inferociti e deliranti. Cosa pretendere? L’incubo di ogni complottista è il microchip sottocutaneo, è noto. Ecco uno degli argomenti preferiti dei sostenitori della teoria del complotto: i potenti vogliono controllarci e telecomandarci con un chip.
Quest’arma di controllo di massa, secondo i paranoici, ha un dichiarato valore demoniaco. È Satana che entra nei nostri corpi per schiavizzarci. Peccato che questa tecnologia, imposta dalla casta per influenzare e controllare la psiche del popolo, sia utilizzata ogni minuto anche da coloro che ne denunciano lo scandalo. Chi scrive un post contro i chip, lo fa attraverso un chip (cellulare, computer), da cui non si stacca mai.
La sera di Santo Stefano il TG1 delle venti ha mandato in onda un servizio sui microchip sottocutanei. Niente di così strano, in realtà. La tecnologia in questione è diffusa da decenni. Si tratta di piccoli chip RFID, da impiantare sottopelle. Sono componenti simili a quelle presenti sulle carte di credito contactless. Permettono di aprire le porte, dimostrare la propria identità, pagare, accedere a servizi specifici. Potremmo definire il chip un minuscolo badge aziendale che non si può perdere.
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In molte nazioni, come la Svezia, questi chip sono già diffusi. E c’è anche chi vorrebbe inserire nel proprio chip il green pass, per averlo sempre a portata (di mano, in tutti i sensi). Ed è questa prospettiva che terrorizza enormemente i complottisti, che dall’inizio della pandemia hanno paventato soprattutto questa possibilità.
Ecco perché, quando il telegiornale di RAI 1 ha mandato in onda questo servizio, il web è insorto con proteste avvelenate e messaggi allarmati. “Promuovono i chip sottocutanei al telegiornale, è uno scandalo!”, scrive qualcuno. “Se ne parla il telegiornale della principale rete televisiva italiana vuol dire che il potere ci vuole costringere a questa violenza”, scrive un altro. E poi c’è il più bello: “Questo è il marchio di Satana. Il microchip 666“.
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Un microchip impiantato sottopelle che permette agli utenti di avere sempre con sé il proprio passaporto vaccinale, in realtà, non sembra un’idea così spaventosa da nessun punto di vista. E non si capisce nemmeno per quale motivo il diavolo dovrebbe contribuire allo sviluppo di una simile tecnologia. Per entrare all’inferno c’è bisogno del green pass?
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