Che cosa c’è al centro della Terra? Gli scienziati hanno sviluppato parecchie teorie coerenti per descrivere la natura e la funzione del nucleo terrestre, anche se mancano del tutto le prove empiriche: nessuno può scendere per toccare con mano…
Tempo fa vi abbiamo già parlato di un interessante studio secondo cui il nucleo interno della Terra non risulterebbe essere completamente solido o così denso, così come teorizzato dalla geologia classica. La ricerca, apparsa sulla rivista Physics of the Earth and Planetary Interiors, è stata intanto discussa dalla comunità scientifica e riconosciuta come un fondamentale passo verso la conoscenza completa del più profondo sottosuolo.
Lo studio si deve a un gruppo di ricercatori americani, appartenenti all’Istituto di Geofisica e Planetologia delle Hawaii, e giapponesi (agenzia per la scienza e tecnologia marino terrestre).
Secondo questi ricercatori la composizione del nucleo interno è variabile, cioè non del tutto solida. Alcune parti di esso sembrano infatti formate da metallo duro e da metallo semi-morbido e altre parti sarebbero addirittura liquide. Una tale scoperta, in pratica, smentisce mezzo secolo di conoscenze e di studi, e ci pone di fronte a un mondo nuovo.
La geologia classica ci dice che il nucleo è caratterizzato da un’alta densità ed è separato dal mantello da una discontinuità, detta di Gutenberg, posta a circa tremila chilometri dalla superficie. Il nucleo, pertanto, dovrebbe avere un raggio di circa tremilacinquecento chilometri. E su questo, almeno al momento, non ci sono dubbi. Cosa cambia? Cambia che in passato i fisici e i geologi dividevano in due parti il nucleo in base allo stato delle componenti che lo costituiscono. Quindi a scuola ci è stato insegnato che questa zona interna della Terra va suddivisa in due gusci concentrici.
Prima c’è il nucleo esterno, un’area liquida, composta principalmente da ferro e nichel e molto calda (più di 3000° C). Poi c’è il nucleo interno, che è invece viscoso, composto quasi esclusivamente di ferro, con una temperatura attorno ai 6000° C.
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Oggi, però, grazie al nuovo studio hawaiano-nipponico, sappiamo che il nucleo interno non è esattamente liquido. O meglio, non del tutto. La scoperta è arrivata attraverso lo studio dei terremoti: i ricercatori hanno seguito con una fotografia simile a una TAC medica le scosse profonde, che partono dal centro della Terra, e in questo modo hanno studiato la sua reale composizione.
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Nel classico dell’Ottocento Viaggio al centro della Terra di Julius Verne si narra di un gruppo di esploratori che attraverso un vulcano islandese scendono sotto la crosta terrestre per studiare il mondo sotterraneo, fino al nucleo del pianeta. Già all’epoca di Verne si sapeva che il centro della Terra doveva essere caratterizzato da temperature insopportabili per gli esseri umani e che il viaggio avrebbe dovuto subire devastanti scosse sismiche, ma lo scrittore preferì immaginare un mondo fantastico e avventuroso, popolato da esseri straordinari.
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Qualcosa di simile hanno fatto anche questi ricercatori, rivelandoci un “panorama” inaspettato e di sicuro sorprendente.
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