L’iconica e monumentale mole romana chiamata Anfiteatro Flavio e meglio conosciuta come Colosseo è un luogo a noi familiare eppure ancora denso di misteri e segreti. E di certo sono tante le curiosità legate alla sua costruzione e alla sua storia millenaria.
Il Colosseo è l’anfiteatro più grande del mondo, e ovviamente il più famoso. Inaugurato dall’imperatore Tito il 21 aprile dell’80 d.C., conteneva quasi centomila spettatori ed era teatro quotidiano di cruenti e violentissimi ludi. Oggi questa meraviglia è in pericolo: gli studiosi hanno rilevato più di tremila lesioni e un’inclinazione di almeno quaranta centimetri…
L’edificio asseconda il gusto imperiale rispetto alle grandiose forme ellittiche. Infatti, il suo perimetro di cerchio allungato è pari a cinquecentoventisette metri. Gli assi misurano 187,5 metri e 156,5. L’arena ha una lunghezza di ottantasei metri e una larghezza di cinquantaquattro per una superficie totale di oltre tremila metri quadrati. L’altezza dell’opera si attesta intorno ai quarantotto metri, ma in epoca romana arrivava a superare i cinquantadue metri. La pianta ellittica e la complessità dei sistemi costruttivi, con archi e volte sviluppati in senso concatenato, rivelano un gusto già decadente, ossia lontano dagli schemi della classicità.
La costruzione ebbe inizio per volontà dell’imperatore Vespasiano fra il 70 e il 72 d.C., nella zona del colle Velia, fra colle Oppio e il Celio, lì dove si trovava l’immenso lago artificiale fatto scavare da Nerone per la propria Domus Aurea. La costruzione dell’anfiteatro era intesa dal nuovo imperatore come un risarcimento al popolo del terreno sottrattogli dall’ultimo regnante della gens Giulio-Claudia. In realtà i lavori furono finanziariamente gravosi. Eppure Vespasiano non chiese un sesterzio ai cittadini dell’Urbe. I fondi furono prelevati da tasse provinciali e dal bottino del saccheggio del tempio di Gerusalemme.
In epoca romana tutti conoscevano questo luogo come Anfiteatro Flavio. Il nome Colosseo è un’invenzione medievale. Dopo la caduta dell’Impero, infatti, negli anni della crisi sociale e pubblica, i romani si meravigliavano di fronte a un edificio così alto e maestoso, e per questo lo ribattezzarono Colosseo.
Più precisamente, secondo alcuni studiosi, il nome deriverebbe da una statua. Nelle vicinanze dell’anfiteatro era infatti presente una statua colossale di Nerone in bronzo, dalla quale è possibile derivi il nome Colosseo. Di sicuro questa espressione è attestata solo a partire dal Medioevo, quando oramai della statua non vi era più traccia.
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L’ispirazione per un edificio del genere venne dai primi anfiteatri campani (Capua, Avella, Nocera, Pompei e Pozzuoli), che erano stati costruiti almeno centocinquanta anni prima. A Roma, all’epoca di Vespasiano esistevano solo due altri anfiteatri minori: l’amphiteatrum Tauri e l’amphiteatrum Caligulae.
Con l’inaugurazione, Tito aggiunse il terzo e quarto ordine di posti. E così nell’80 furono ordinati cento giorni di giochi, che restarono nella memoria del popolo romano. Poco dopo il secondo figlio di Vespasiano, l’imperatore Domiziano, operò numerose modifiche alla struttura dell’opera. Per prima cosa realizzò i sotterranei dell’arena. E così, dopo questo intervento, non fu più possibile far svolgere nel Colosseo le naumachie, ossia le rappresentazioni di battaglie navali, che avevano caratterizzato gli spettacoli negli anni di Tito.
Dopodiché, sempre Domiziano diede vita a nuovi edifici di servizio per i giochi: i ludi (ossia le caserme e luoghi di allenamento per i gladiatori, la caserma del distaccamento dei marinai di Miseno, i depositi delle armi e delle attrezzature, l’infermeria e lo spoliarum, un luogo in cui venivano trattate le spoglie dei gladiatori morti in combattimento.
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Che tipo di spettacoli si tenevano nell’anfiteatro? Battaglie fra gladiatori, innanzitutto. Poi lotte tra animali (venationes). E anche lotte fra gladiatori contro animali (leoni, orsi, tigri, struzzi, tori). Per anni si è cercato di scollegare il Colosseo dalla fama di luogo di martirio. In realtà sono numerose le prove documentarie e archeologiche che dimostrano che nell’anfiteatro si svolgevano centinaia di esecuzioni all’anno. E fra queste vittime vi furono anche moltissimi cristiani.
L’anfiteatro fu abbandonato intorno al V secolo. Per più di cento anni fu convertito in terreno di pascolo, poi divenne un’area di sepoltura. Per qualche anno, nel VI secolo, fu utilizzato come castello. A un certo punto, divenne sede di una cappella oggi nota come chiesa di Santa Maria della Pietà al Colosseo. Nel 847 e poi nel 1300 due grandi terremoti ne danneggiarono gravemente la struttura. La grande ferita che notiamo nel muro esterno rivolto a Sud si deve alle scosse del 1249.
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In quegli anni, tutti i dintorni erano occupati da campi e da pascoli. Inoltre, varie leggende raccontano di come i medievali ritenessero che il luogo fosse maledetto o abitato da fantasmi. I papi, poi, ne demolivano colonne e muri per ricavare materiale edilizio. Sempre nel quattordicesimo secolo sorsero alcune abitazioni abusive nei sotterranei e nell’arena dell’anfiteatro. Le asportazioni di travertino continuarono fino al 1700. Poi, grazie all’Illuminismo e alla sensibilità romantica, i romani cominciarono a rivalutare il loro monumento più importante, e quindi a tutelarlo.
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