L’attuale crisi dei microchip ha colpito duramente la produzione e le vendite delle case automobilistiche di tutto il mondo. E non c’è ancora soluzione. L’unica speranza di sopravvivenza sarebbe quella di riprogettare tutte le auto in modo che richiedano meno componenti ad alta tecnologia. Ma la transizione elettrica non aiuta…
Gli ultimi numeri sulla crisi dei microchip sono allarmanti. Si parla di tagli di personale in molte fabbriche automobilistiche, crollo delle vendite e immensi problemi legali e finanziari. Tutti i veicoli legati ai semiconduttori hanno sofferto a causa della carenza di microchip. E poi ci si è messa anche la transizione green. E così il settore auto sembra essere finito in un gorgo…
Tutte le case automobilistiche del mondo stanno limitando la produzione preoccupate dalla crisi collegata alla mancanza di chip. Allo stesso tempo, i Governi mondiali spingono per avviare la transizione elettrica, ossia per invogliare i cittadini ad acquistare veicoli elettrici e sostenibili, per raggiungere un futuro a zero emissioni.
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Si parla per questo di cortocircuito dell’auto elettrica. I vari Paesi dell’Unione Europea stanno discutendo di quando formalizzare la messa al bando ufficiale dei motori a scoppio, ma intanto le fabbriche di auto non si sentono pronte a investire sulla tecnologia green, data la particolare congiuntura produttiva.
Il Governo italiano ha indicato nel 2035 il termine in cui vorrebbe bloccare le vendite di vetture con motore a combustione interna. Francia e Germania, invece, puntano sul 2040. Intanto le grandi case automobilistiche soffrono la crisi e si sentono in difficoltà dal punto di vista industriale. Oltre ai problemi con i chip, la cui produzione è crollata durante la pandemia, devono fare i conti anche con impianti obsoleti.
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Per la transizione elettrica ci vogliono nuovi impianti e nuove specializzazioni professionali. Le industrie non sembrano affatto pronte. E secondo alcuni analisti la transizione metterà a rischio circa mezzo milione di posti di lavoro in tutta Europa, di cui decine di migliaia solo in Italia.
Il problema principale resta quello della carenza di componenti fondamentali per la produzione di nuove auto, ovvero microchip e semiconduttori.
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Questa crisi dei chip sta facendo lavorare a basso regime le catene di montaggio di tutte le case automobilistiche di tutto il mondo mondo. L’unica realtà che resiste è Tesla. Nonostante negli ultimi mesi il titolo abbia perso molto valore, le auto elettriche prodotte da Elon Musk vendono in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Sudafrica, dalla Norvegia al Giappone.
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