A quanto pare il rover Perseverance della NASA ha rintracciato molecole organiche su Marte. Dopo Curiosity, quindi, anche il nuovo rover ha trovato del materiale “interessante” sul pianeta rosso…
Perseverance ha trovato delle molecole organiche nel cratere Jezero, che sta esplorando da febbraio scorso. Per la precisione, il materiale è stato recuperato nel letto roccioso che sembra essersi formato per solidificazione del magma.
L’ultima scoperta del rover suggerisce che il substrato roccioso del cratere si sia formato grazie a dei flussi di lava vulcanica. E gli scienziati non se lo aspettavano. La comunità astrofisica pensava infatti che le rocce stratificate fotografate da Perseverance fossero sedimentarie.
La scoperta è stata annunciata al meeting dell’American Geophysical Union a New Orleans. Secondo la comunità scientifica aiuterà a ricostruire l’evoluzione del cratere. Ma c’è di più… La scoperta dà molte speranze ai ricercatori: le rocce, in cui sono state recuperate le molecole organiche, potrebbero infatti anche conservare segni di vita passata. O magari presente. Ecco perché i ricercatori di tutto il mondo attendono con trepidazione i campioni. Quando arriveranno sulla Terra? Nei prossimi anni, forse entro il 2024.
La NASA ha comunicato che Perseverance ha già riempito e sigillato sei delle quarantatré provette disponibili per i campionamenti. Lo scavo e la rivelazione sono stati compiuti il 12 novembre, grazie allo strumento PIXL. Con questa applicazione il rover ha analizzato una roccia chiamata Brac, selezionata nella regione South Seitah e ha poi prelevato dei campioni.
I dati hanno dimostrato che Brac è composta da una quantità insolitamente elevata di grandi cristalli di olivina incastrati in cristalli di pirosseni. Questi cristalli, secondo gli scienziati, potrebbero essersi formati per raffreddamento del magma. La roccia è stata poi alterata dall’acqua. Questa è l’interpretazione della NASA. E così ci troviamo di fronte a un vero e proprio tesoro.
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“Un tesoro che permetterà agli scienziati del futuro di datare gli eventi di Jezero”, ha spiegato Farley della CalTech, “capire meglio il periodo in cui l’acqua era più diffusa sulla sua superficie e rivelare la storia primordiale del pianeta”.
Ora però i ricercatori si chiedono quando queste rocce ricche di olivina si siano formate di preciso. Per alcuni interpreti le pietre potrebbero essere nate in un grande lago di lava raffreddato in superficie o in una camera magmatica sotterranea poi esposta dall’erosione. E poi c’è la questione del materiale organico…
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Grazie allo strumento SHERLOC, Perseverance ha infatti scoperto la presenza di molecole contenenti carbonio, e non solo nelle rocce abrase col braccio robotico, ma anche nella polvere non abrasa.
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In realtà sappiamo che questo tipo di molecole organiche possono formarsi anche per effetto di meccanismi non biologici. Ciononostante i ricercatori sperano che la scoperta possa consegnare alla scienze percorsi o prove della vita passata di Marte.
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