La civiltà Maya era molto più estesa e potente di quanto si sia mai stimato. Lo rivelano migliaia di nuove strutture scoperte dagli archeologi nella zona di Petén, in Guatemala.
Nel 2018 un team di archeologi, attraverso la mappatura aerea in 3D, aveva identificato una grande città Maya nella fitta giungla di El Petén, in America Centrale. Per decenni gli studiosi si sono impegnati in lunghe ricerche nelle foreste guatemalteche, senza però mai arrivare a scoperte rilevanti. Poi, d’improvviso, ecco apparire la metropoli Maya perduta. Una città antichissima, che probabilmente è stata abitata da milioni di persone in passato, imponendosi come uno dei centri sociali e politici più importanti in Mesoamerica.
Ora, dopo qualche anno di studi, gli archeologi hanno incominciato lo scavo vero e proprio. Dopo che i ricercatori si sono impegnati in operazioni di mappatura lidar high-tech grazie al volo di droni e aeroplani, tutto è pronto per portare alla luce almeno una parte delle decine di migliaia di strutture (se ne contano sessantamila) costruite dai Maya. Si tratta di opere di difesa, case, edifici, campi agricoli di dimensioni industriali e persino nuove piramidi.
In termini prettamente storici, questi nuovi scavi potranno rivoluzionare la storia conosciuta del Centro America. Da oggi in poi non guarderemo più ai Maya come a una civiltà evoluta dal punto di vista sociale ma poco potente in termini di stabilità politica e architettonica.
Tutti questi diversi edifici, fra cui gigantesche piramidi e altre grandi strutture di culto, sono state scoperte grazie ad un’approfondita ricerca portata avanti da un’equipe di studiosi americani, guatemaltechi e europei, supportati dalla Mayan Heritage and Nature Foundation.
Francisco Estrada-Belli, ricercatrice presso la Tulane University, sta studiando i metodi agricoli dei Maya. In base a queste nuove scoperte, può ora ammettere che le conoscenze agricole dell’antico popolo erano molto più sviluppate del previsto. I Maya crearono coltivazioni intensive, ma anche sostenibili.
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In più, le grandi strutture come le vaste barriere difensive e i canali suggeriscono una forza lavoro altamente organizzata. La città nella giungla presenta enormi canali con cui i Maya hanno di certo reindirizzato i flussi d’acqua naturali.
In tutto sono più di duemila i chilometri quadrati di mappatura dell’intero insediamento. E nessuno storico aveva mai immaginato che i Maya potessero vivere in insediamenti così grossi durante il loro periodo di massimo splendore (fra il 1000 a.C. e il 900 d.C., circa).
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Secondo le ipotesi degli archeologi, circa dieci milioni di persone potrebbero aver vissuto in questa città. Attraverso le immagini ottenute con la mappatura lidar, i ricercatori hanno scoperto che i Maya hanno alterato con tecniche moderne e ardite tutto il paesaggio.
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