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Costruirsi un NAS da soli: ora si può con semplici mosse

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Giuseppe F

Sul mercato esistono varie tipologie di NAS, eppure molti utenti preferiscono costruirsi da soli il proprio sistema. Ma è davvero possibile? Un Network Attached Storage (NAS) è, per definizione, qualsiasi dispositivo collegato alla rete che consente agli utenti di accedere a dati condivisi e di interagire su una memoria di massa comune.

NAS fai da te, dal case ai software più indicati – curiosauro.it

Come costruirsi un NAS

Il NAS è dunque un dispositivo di archiviazione condiviso (storage) che mette a disposizione uno spazio disco in rete domestica o ufficio. Un unico computer che collega tutti i device autorizzati, vale a dire un archivio gestibile e flessibile su cui immagazzinare file e documenti, utilissimo in ogni ambiente in cui collaborano più persone o dov’è necessario scambiare dati tra più postazioni di lavoro.

Oltre per la condivisione dello spazio di archiviazione, un NAS può essere usato anche condividere e sincronizzare i file tra una serie di piattaforme e dispositivi. E ancora, il dispositivo permette di eseguire automaticamente il backup di PC/Mac e smartphone su un’unica memoria.

Costruire un NAS non è così complicato. Bisogna però che l’unità garantisca prestazioni intuitive per tutte le interfacce e massima capacità di condivisione.

Un NAS, di base, è quindi un computer utilizzato per archiviare dati e metterli poi a disposizione tramite la rete. Per questo è possibile convertire virtualmente qualunque computer alla funzione di NAS o assemblarne un’unità con caratteristiche pensate ad hoc per lo specifico utilizzo. Si parte ovviamente dal case. E su questo punto non ci sono discriminanti particolari. Ogni tipo di case in commercio va bene, l’importante è che possa supportare la presenza di molti dischi a livello modulare.

Per quanto riguarda RAM, scheda madre e CPU, le scelte dipenderanno dalla destinazione del dispositivo. In un ambiente casalingo o in un ufficio di piccole dimensioni gireranno benissimo componenti di fascia bassa (qualsiasi CPU dual o quad core), RAM a 16 GB, connettività Ethernet a 1 Gbps e connessioni SATA. Un assemblaggio del genere garantirà buone prestazioni e consumi ridotti. Per l’alimentatore, invece, è importante puntare a un’efficienza elevata (almeno 80 Plus Gold).

Fondamentali sono le porte USB 2, che servono per collegare hard disk esterni, e procedere a backup per i file contenuti nel drive interno del NAS, oppure per condividere i dati su tutta la rete.

I dischi da scegliere

Per i dischi, ci sentiamo di consigliare un 2x Toshiba N300 6 TB. Una configurazione che può essere adatta nel caso in cui si voglia una configurazione RAID 1 o RAID 0. Per RAID 1 si intende un sistema che consente di ottimizzare l’archiviazione dei dati grazie alla suddivisione su più dischi.

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Ogni configurazione specifica ha ovviamente i suoi vantaggi. Fra tutte, quella del sistema RAID 1 è la più diffusa perché duplica i dati su tutti i supporti (attraverso il mirroring), ed è quindi particolarmente consigliata per quegli utenti che necessitano di affidabilità.

Il software per far funzionare un NAS

Circuito NAS – curiosauro.it

Ogni NAS autocostruito deve basarsi su un sistema operativo adatto alle esigenze funzionali. Se per esempio il dispositivo è sfruttato solo da archivio, sarà meglio optare per un sistema operativo basico, come il TrueNAS Core o un Unraid di Linux.

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Se invece si vorrà adoperare il NAS come microserver o computer di lavoro, sarà preferibile orientarsi su un sistema come VMware ESXi: hypervisor prodotto da VMware. Sembra adeguato anche Proxmox Virtual Environment, una piattaforma sviluppata da Linux, in open source, e quindi gratuita. Gli amanti di Microsoft potrebbero invece optare per Microsoft Hyper-V Server, che è sempre gratis, per chi ha un software Windows originale.

Tutti questi sistemi appartengono alla gamma hypervisor di tipo 1. Ciò significa che creano e gestiscono le macchine virtuali e lavorano come supervisori di sistemi operativi. Il loro lavoro parte direttamente dall’hardware, senza passare per l’intermediazione di un sistema software.

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Fra i software classici e più basilari, segnaliamo: FTP, Network File System (NFS), Samba, indispensabile per le reti Windows, e AFP, appropriato per le reti Mac OS X.

Giuseppe F

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