Sul mercato esistono varie tipologie di NAS, eppure molti utenti preferiscono costruirsi da soli il proprio sistema. Ma è davvero possibile? Un Network Attached Storage (NAS) è, per definizione, qualsiasi dispositivo collegato alla rete che consente agli utenti di accedere a dati condivisi e di interagire su una memoria di massa comune.
Come costruirsi un NAS
Il NAS è dunque un dispositivo di archiviazione condiviso (storage) che mette a disposizione uno spazio disco in rete domestica o ufficio. Un unico computer che collega tutti i device autorizzati, vale a dire un archivio gestibile e flessibile su cui immagazzinare file e documenti, utilissimo in ogni ambiente in cui collaborano più persone o dov’è necessario scambiare dati tra più postazioni di lavoro.
Oltre per la condivisione dello spazio di archiviazione, un NAS può essere usato anche condividere e sincronizzare i file tra una serie di piattaforme e dispositivi. E ancora, il dispositivo permette di eseguire automaticamente il backup di PC/Mac e smartphone su un’unica memoria.
Costruire un NAS non è così complicato. Bisogna però che l’unità garantisca prestazioni intuitive per tutte le interfacce e massima capacità di condivisione.
Un NAS, di base, è quindi un computer utilizzato per archiviare dati e metterli poi a disposizione tramite la rete. Per questo è possibile convertire virtualmente qualunque computer alla funzione di NAS o assemblarne un’unità con caratteristiche pensate ad hoc per lo specifico utilizzo. Si parte ovviamente dal case. E su questo punto non ci sono discriminanti particolari. Ogni tipo di case in commercio va bene, l’importante è che possa supportare la presenza di molti dischi a livello modulare.
Per quanto riguarda RAM, scheda madre e CPU, le scelte dipenderanno dalla destinazione del dispositivo. In un ambiente casalingo o in un ufficio di piccole dimensioni gireranno benissimo componenti di fascia bassa (qualsiasi CPU dual o quad core), RAM a 16 GB, connettività Ethernet a 1 Gbps e connessioni SATA. Un assemblaggio del genere garantirà buone prestazioni e consumi ridotti. Per l’alimentatore, invece, è importante puntare a un’efficienza elevata (almeno 80 Plus Gold).
Fondamentali sono le porte USB 2, che servono per collegare hard disk esterni, e procedere a backup per i file contenuti nel drive interno del NAS, oppure per condividere i dati su tutta la rete.
I dischi da scegliere
Per i dischi, ci sentiamo di consigliare un 2x Toshiba N300 6 TB. Una configurazione che può essere adatta nel caso in cui si voglia una configurazione RAID 1 o RAID 0. Per RAID 1 si intende un sistema che consente di ottimizzare l’archiviazione dei dati grazie alla suddivisione su più dischi.
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Ogni configurazione specifica ha ovviamente i suoi vantaggi. Fra tutte, quella del sistema RAID 1 è la più diffusa perché duplica i dati su tutti i supporti (attraverso il mirroring), ed è quindi particolarmente consigliata per quegli utenti che necessitano di affidabilità.
Il software per far funzionare un NAS
Ogni NAS autocostruito deve basarsi su un sistema operativo adatto alle esigenze funzionali. Se per esempio il dispositivo è sfruttato solo da archivio, sarà meglio optare per un sistema operativo basico, come il TrueNAS Core o un Unraid di Linux.
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Se invece si vorrà adoperare il NAS come microserver o computer di lavoro, sarà preferibile orientarsi su un sistema come VMware ESXi: hypervisor prodotto da VMware. Sembra adeguato anche Proxmox Virtual Environment, una piattaforma sviluppata da Linux, in open source, e quindi gratuita. Gli amanti di Microsoft potrebbero invece optare per Microsoft Hyper-V Server, che è sempre gratis, per chi ha un software Windows originale.
Tutti questi sistemi appartengono alla gamma hypervisor di tipo 1. Ciò significa che creano e gestiscono le macchine virtuali e lavorano come supervisori di sistemi operativi. Il loro lavoro parte direttamente dall’hardware, senza passare per l’intermediazione di un sistema software.
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Fra i software classici e più basilari, segnaliamo: FTP, Network File System (NFS), Samba, indispensabile per le reti Windows, e AFP, appropriato per le reti Mac OS X.