Creature extraterrestri: sapreste come parlare agli alieni se dovessero arrivare?

Come ci comporteremmo nel caso in cui una civiltà aliena entrasse in contatto con la Terra? Quale linguaggio useremmo per comunicare con gli extraterrestri? L’argomento, che sa parecchio di fantascienza, in realtà interessa agli astrofisici, ai filosofi e agli antropologi. Ci sono già delle scuole di pensiero. La più accreditata sostiene che sarebbe meglio star zitti! Ricordate il film Arrival?

Mettiamo che un giorno la Terra venga davvero sconvolta da un’invasione aliena. La fantascienza si è posta mille volte il problema e ha quasi sempre opposto agli extraterrestri un eroe o una squadra di resistenza armata. Un film di qualche anno fa, invece, immaginava una mediazione agita attraverso il linguaggio. Niente eroi! Ci vuole una glottologa, ossia un’esperta di linguaggio e di lingue, per poter comunicare con gli invasori. Ecco cosa succedeva in Arrival.

Arrival (captured) – curiosauro.it

Arrival: dialogare con gli alieni

In Arrival, il film di Denis Villeneuve presentato nel 2015 al Festival di Venezia, assistiamo a un incontro diplomatico tra gli alieni invasori e la linguista Louise Banks (Amy Adams). L’idea di base è molto interessante. Anche dal punto di vista cinematografico è ammirevole il fatto di voler affrontare una trama fantascentica senza scadere in schemi abusati.

Il film Arrival, uscito in sala il 19 gennaio 2016, promette insomma qualcosa di nuovo. E ci permette una riflessione sull’importanza dell’ermeneutica, ovvero sui limiti della comunicazione e dell’interpretazione nella vita culturale e sociale degli uomini.

La storia del film

Fotogramma del film (captured) – curiosauro.it

Il compito della linguista nel film è quello di riuscire a comunicare con gli extraterrestri per capire quali sono le loro reali intenzioni. E in Arrival gli alieni comunicano con versi animaleschi e con una scrittura circolare indecifrabile.

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Così la Banks tenterà di imparare la lingua dei visitatori. Tutto ciò però le provocherà profondi cambiamenti a livello neuronale. E muterà anche il suo modo di pensare… Vi pare troppo cervellotico? E invece è una deriva abbastanza plausibile.

Il problema ermeneutico: che lingua parlano gli extraterrestri?

Il linguaggio è strettamente connesso alla nostra intelligenza. Parliamo in un certo modo perché il nostro cervello si è sviluppato per assecondare un determinato range linguistico. Mutare linguaggio altera le connessioni neurali, è risaputo. E un linguaggio totalmente alieno potrebbe mandare in cortocircuito la nostra psiche. Ecco perché gli scienziati non proverebbero mai a conversare con un alieno. Potrebbe essere pericoloso!

Ecco perché, di fronte a simili problemi teorici, la scienza pura arretra, per lasciar campo ai filosofi con l’ermeneutica e ai matematici, i quali potrebbero trovare una chiave per imbastire una comunicazione sicura.

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Un possibile dialogo fra umani ed extraterrestri potrebbe infatti avvenire solo su un terreno comune. Per questo si pensa spesso agli impulsi laser o alle onde radio: fenomeni che capiamo, perché matematicamente interpretabili. In ogni altro caso, la comunicazione risulterebbe logicamente impossibile e, come anticipato, perigliosa.

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