Ufficialmente nel mondo ce ne sono 34, di cui 6 destinati al volo umano nello spazio. Tra le storiche piattaforme ricordiamo quelle di Cape Canaveral Space Force Station, in Florida, e lo spazioporto cinese a Jiuquan. Altri spazioporti sono in fase di costruzione e anche l’Italia si sta attivando per crearne uno nella zona delle Grottaglie, in Puglia.
A seconda delle procedure doganali del mondo, lo spazioporto potrebbe essere orbitale o planetside. Alcuni governi non permettono ai veicoli spaziali stranieri di entrare nell’atmosfera superiore. Per questo motivo, richiedono ai visitatori di attraccare le loro astronavi in uno spazioporto orbitale, viaggiando verso la superficie con i loro trasporti ufficiali.
Uno spazioporto poteva servire più veicoli spaziali in veste ufficiale, ed era aperto a qualsiasi nave civile con adeguata autorizzazione. Al contrario, una piattaforma di atterraggio era una struttura privata, in genere in grado di servire un veicolo spaziale alla volta.
In passato esistevano cinque diverse classi di porti stellari, che descrivevano:
Queste classi non erano assolute, ma rappresentavano delle generalizzazioni. I costi, le tasse e la disponibilità dei beni dipendevano infatti:
I servizi limitati includono una torre di controllo con faro di atterraggio, piccoli capannoni con aree di attracco, stoccaggio e manutenzione solo per le riparazioni più primitive. Spesso le aree vicine venivano utilizzate come campi di atterraggio se il porto stellare era pieno. Rifornimenti e merci dovevano essere acquistati dall’esterno.
Questi starport avevano centri di controllo di volo completamente attrezzati, e servizi di rifornimento in loco. Lo spazioporto aveva un piccolo cantiere navale ed era in grado di piccole riparazioni e modifiche.
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Gli spazioporti di classe stellare avevano l’atterraggio e l’attracco per quasi tutti i tipi di navi. I cantieri navali e le strutture di riparazione circondavano il porto, ed erano in grado di qualsiasi lavoro di riparazione o modifica, se il cliente era disposto a pagare. La qualità del servizio era molto buona e conveniente. Gli starport di classe Stellare avevano spesso un ufficio doganale in loco, e una grande presenza della Marina nel sistema.
I porti stellari della Repubblica o della Classe Imperiale erano i porti stellari più lussuosi e moderni della galassia. Originariamente chiamati Classe Repubblica durante i giorni della Repubblica, furono rinominati Classe Imperiale durante il regno dell’Impero Galattico. Era disponibile una vasta gamma di strutture di attracco con i servizi più lussuosi. Le aziende e i commercianti del sistema avevano uffici direttamente allo starport. Un capitano spesso non aveva nemmeno bisogno di lasciare il porto per condurre i suoi affari. Gli uffici doganali erano gestiti da ufficiali altamente competenti.
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L’Italia attualmente effettua i propri lanci satellitari da Kourou, nella Guyana francese. Ha anche la possibilità, però, di utilizzare delle vecchie piattaforme petrolifere dell’ENI, trasformate in base di lancio equatoriale. Queste permettono al nostro paese di godere di una posizione privilegiata per le missioni. Il Centro è attualmente di proprietà dell’Università Sapienza di Roma e gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
L’aeroporto di Grottaglie, in provincia di Taranto, è ufficialmente il primo spazioporto italiano. Un ruolo già assegnato da qualche anno allo scalo pugliese, ma che ora si sostanzia grazie al via libera dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile). Con l’adozione del Regolamento, prende il via, infatti, il processo che consentirà di utilizzare Grottaglie anche come spazioporto nazionale, secondo il decreto n. 250 del 2019 del ministro delle Infrastrutture e Trasporti.
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La compagnia americana Virgin Galactic ha manifestato l’interesse in questa operazione, organizzando un incontro a Washington, nell’ambasciata italiana, tra gli amministratori delegati del Gruppo Angel (che ha sede in Puglia) e quelli di Virgin Galactic. L’incontro ha avuto un esito positivo, in quanto è stato firmato un accordo d’intesa, che ha come scopo quello di facilitare lo sviluppo di un polo aerospaziale a Grottaglie. La Puglia è destinata a diventare uno dei principali centri europei per i trasporti commerciali nello spazio.
Il Garibaldi rientra nel Piano Nazionale di Ricerca Militare che ha emanato il progetto “SIMONA” (Sistema Italiano Messa in Orbita da nave), finalizzato a verificare le condizioni di sicurezza necessarie, per impiegare questa unità navale quale piattaforma di lancio a favore della strategia nazionale dello spazio.
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Con l’ingresso in servizio del Cavour nel 2011, il Garibaldi era stato gradualmente relegato a un ruolo di portaerei di riserva. Questo nuovo progetto, fondi permettendo, potrebbe aprire la strada ad un nuovo utilizzo delle unità navali, che in futuro dovranno essere dismesse.
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