Che cosa sappiamo del X-37BH? Poco e niente, oltre a fatto che dal 2006 compie missioni segrete a orbita bassa, gestite dalla NASA e dalla Difesa americana. L’agenzia spaziale statunitense lo descrive come uno spazioplano sperimentale a guida autonoma, sviluppato per la U.S. Space Force. In pratica, è uno shuttle che da anni rimane posizionato in orbita, pronto a muoversi sopra l’atmosfera e ad atterrare autonomamente su ogni punto della Terra.
Il progetto denominato X-37BH è stato portato avanti dalla NASA insieme alla Forza Spaziale statunitense, a Boeing e alla DARPA (un’agenzia tecnologica governativa collegata alla Difesa americana). Il 17 maggio 2020 è avvenuto il lancio della sesta missione (nome in codice: OTV-6, pvvero sesto Orbital Test Vehicle) tramite il razzo Atlas V. La partenza si è svolta dalla piattaforma SLC-41. E, a quanto ne sappiamo, l’X-37 è ancora in orbita. L’ultima missione, conclusasi nel 2019, aveva tenuto lo shuttle in orbita per quasi tremila giorni. Il punto è che non capiamo che cosa faccia lassù. Secondo la NASA il veicolo è stato creato per portare a termine sperimentazioni tecniche e ricerche scientifiche indispensabili alla Difesa. Per esempio, per migliorare il volo orbitale, per testare nuove tecnologie di propulsione, guida avanzata, navigazione da remoto e protezione termica. E poi?
Il vero scopo dell’X-37BH
Soltanto le alte cariche militari statunitensi conoscono la vera funzione dell’Air Force X-37BH. E i complottisti ne denunciano da tempo il segreto. Che cosa ci nascondono i servizi americani? Secondo qualcuno lo shuttle sarebbe un enorme satellite spia. Secondo altri fungerebbe da mezzo per interferire con i segnali di satelliti spia di altre nazioni. C’è anche chi lo descrive come un’arma pronta ad attaccare o a sabotare la nuova stazione spaziale cinese. E poi, come sempre, c’è chi tira in ballo gli UFO. Secondo gli appassionati di complotti alieni, l’X-37 avrebbe il compito di bloccare le navicelle spaziali inviate dagli extraterrestri sulla Terra.
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Dello shuttle del Pentagono si parlò tanto nel 2014, quando l’X-37 tornò sulla Terra mettendo in allarme molti addetti ai lavori. Nessuno infatti si era accorto del lancio, avvenuto in gran segreto l’anno prima, con la navicella nascosta nell’ogiva di un vettore Atlas V. NASA e l’USAF (aviazione militare) non fornirono alcuna indicazione sui compiti svolti dallo spazioplano, e così cominciarono a diffondersi strane voci, sempre più esagerate e inquietanti sulla sua reale funzione.
Che cosa c’è a bordo dello spazioplano?
Oltre a non conoscere gli scopi reali del volo, non conosciamo nulla neppure della strumentazione a bordo. Nessun dettaglio è mai stato reso pubblico. Secondo alcune fughe di notizie, si crede che la quinta missione abbia portato in orbita un piccolo satellite chiamato LightSail, ovvero un aquilone di trenta metri in grado di orbitare in autonomia sfruttando il vento solare. Il carico ulteriore è sconosciuto. Ma visto il volume ridotto dello shuttle è difficile immaginare che si porti dietro apparecchiature troppo impegnative e ingombranti.
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Dopo la missione del 2015, pare che la NASA abbia utilizzato l’X-37 per testare tecnologie non ancora presentate ai comitati di approvazione che saranno utilizzate per il prossimo volo verso Marte.