Alla scienza astronomica, e non solo, interessa parecchio sapere che fine hanno fatto i resti mai smaltiti dalle missioni lunari americane. E interessa pure la cacca!. Il programma Apollo, che dal 1961 al 1972 compì più di trenta missioni verso il nostro satellite, ha infatti lasciato parecchi rifiuti sul nostro satellitenaturale…
Rifiuti lunari: dove sono finiti?
Qualcosa è stato già recuperato. Qualcos’altro no. Non si sa, per esempio, che fine abbia fatto i LEM. Ovvero i Lunar Excursion Module, i moduli in cui si trovavano i due astronauti che sbarcavano sulla Luna.
Nelle missioni degli anni ’60 e ’70, alla fine di ogni esplorazione, il LEM veniva usato per risalire la superficie lunare e ricollegarsi al modulo di comando, dove di norma rimaneva un terzo astronauta di guardia. Una volta che gli astronauti esploratori entravano nella cabina principale con l’altro collega, il LEM veniva gettato in un luogo adatto. In due missioni su tre, però, il LEM si è perso, o è rotolato dove non avrebbe dovuto (in un cratere, per esempio). E con questi moduli abbiamo smarrito anche tante altre componenti. Alcune di queste sono state abbandonate sulla superficie della Luna così come prescritto da Houston. Altre sono scomparse nel nulla.
Quali moduli mancano all’appello?
Gli scienziati, che ogni giorno scrutano la Luna alla ricerca di nuove informazioni, non hanno ancora individuato i punti di impatto dei LEM dell’Apollo 11 (dove avevano sostato Neil Armstrong e Buzz Aldrin) e dell’Apollo 16 (con John Watts Young e
Charles Duke). Per quanto riguarda il LEM dell’Apollo 13, la storia fu un po’ diversa: a causa di un’avaria l’astronave non raggiunse mai la superficie lunare e così la missione fu interrotta prima dell’arrivo sul satellite. Poi il modulo di servizio bruciò rientrando nell’atmosfera terrestre, dopo l’esplosione di un serbatoio dell’ossigeno; l’equipaggio si salvò e tornò sulla Terra utilizzando il modulo lunare.
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Insomma, decenni di esplorazioni umane e robotiche hanno trasformato il satellite terrestre in una vera e propria discarica di rottami. Tantissimi sono i detriti già individuati dai ricercatori. E ci sono in progetto delle missioni ad hoc per recuperare la maggior parte di questo materiale (secondo una stima, 180000 chili di robaccia). Infatti, per la scienza, non si tratta solo di rifiuti, ma anche di preziosi reperti.
La cacca sulla Luna
Fra gli altri rifiuti lasciati dagli astronauti americani sulla Luna ci sono anche buste con scarti organici: sacchi isolati in cui sono state archiviate le deiezioni corporee dell’equipaggio. Non ci si pensa spesso. Eppure Armstrong e Aldrin, oltre a essere stati i primi uomini a passeggiare sulla Luna, sono anche stati i primi a scaricare le proprie feci sul satellite.
Come loro si comportarono anche tutti gli astronauti delle missioni successive. Ma perché ci interessa? Secondo alcuni ricercatori sarebbe molto importante recuperare quella cacca per capire se ne è rimasta qualche traccia, e così meglio studiare gli effetti dell’ambiente lunare sulla materia organica.
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Lo studio specifico che tratta il problema delle feci sulla Luna è più serio di quel che sembra. Curato da Mark Lupisella, un articolo mette in risalto l’alta probabilità che alcune delle sacche piene dei rifiuti degli astronauti (in particolar modo quelle in cui erano contenuti i pannoloni usati durante l’escursione lunare) siano sopravvissute. Bene, quei rifiuti potrebbero aver contaminato la superficie lunare, e aver dato vita a composti organici. Magari a quegli stessi composti che altri ricercatori rilevano credendo possano essersi sviluppati in modo autonomo sul suolo extraterrestre. Ma se c’entrasse davvero la cacca di Armstrong, dovremmo affrontare al più presto un paio di gravi problemi… Il punto ora è trovare quei sacchi perduti. E con loro anche altri rottami e rifiuti lasciati dall’uomo sulla nostra bella Luna.