Petra non smette mai di meravigliare il mondo. Negli ultimi giorni, grazie a indagini archeologiche organizzate con droni e immagini satellitari, un gruppo di ricercatori è riuscito a scoprire le tracce di una grande costruzione rimasta finora ignota. La struttura, davvero enorme, si trova a ottocento metri a Sud di Petra, il celebre sito Patrimonio dell’Umanità in Giordania.
La formidabile scoperta è di Christopher Tuttle (Council of American Overseas Research Centers) e di Sarah Parcak (National Geographic). La ricerca archeologica è stata resa possibile da uno studio comparato basato su immagini ad alta risoluzione riprese da droni e satelliti.
E così una nuova meraviglia si aggiunge alla dote di Petra. La città dei Nabatei, che un tempo fu uno dei più grandi centri politici, culturali ed economici del Medio Oriente, continua a donare emozioni al mondo intero. Originariamente l’insediamento nacque come stazione commerciale. Divenne poi una ricchissima capitale, amata dai Greci e dai Romani per le iconiche facciate intagliate nella roccia, riferibili per la massima parte a sepolcri ed edifici di culto.
Dobbiamo dunque dire grazie a droni e satelliti. Sono state queste tecnologie a permettere la scoperta di un nuovo complesso monumentale nell’area di Petra, in Giordania. La struttura ancora sconosciuta sembra circondata da una fila di colonne monumentali. Ci dovrebbe essere anche una scalinata.
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Ciò che ci interessa è riconoscere che il sito attuale di Petra è solo una piccola parte del vasto complesso originario. La costruzione identificata dagli archeologi conferma che Petra era una città molto più estesa. La struttura in questione è un parallelepipedo di cinquanta metri per sessanta, e mostra al suo interno un altro edificio più piccolo, come se fosse un recesso più interno, un sancta sanctorum.
A est del monumento i ricercatori hanno già identificato una fila di colonne coronate da una scala monumentale, con la già citata scalinata. Si ipotizza quindi che l’intero complesso possa essere un grande tempio o una struttura pubblica.
Gli scavi, in realtà, non sono ancora stati avviati. Però, sono già state ritrovate alcune ceramiche che ci aiutano a orientarci temporalmente. Secondo una prima stima, potremmo far risalire la costruzione al II secolo a.C., quando l’area era la capitale ancora indipendente dei Nabatei, prima dell’invasione romana.
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Il ricercatore Tuttle promette grandi sorprese per il futuro. Come studioso ha parecchia esperienza: in Giordania ha scavato con i francesi a Khirbet es-Samra ed è stato supervisore di trincea per la Brown University durante gli scavi del grande tempio di Petra. Christopher Tuttle, attualmente, risiede ad Amman, dove lavora come assistente direttore dell’American Center of Oriental Research (ACOR) mentre completa la sua tesi di dottorato e si impegna a rivelare nuovi tesori dell’area. Ci sono tante altre scoperte da fare a Petra, è sicuro.
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