All’inizio degli anni Sessanta, la Ed Graham Productions riuscì ad accaparrarsi i diritti televisivi dei fumetti di Batman e si lanciò nella produzione di una serie dedicata al pubblico adolescente da mandare in onda ogni sabato mattina sulla CBS. Nacque così l’idea di realizzare il telefilm Batman con Adam West nel ruolo del mitico cavaliere oscuro. Esistono mille aneddoti su questo telefilm, che a oggi viene ricordato come uno degli show televisivi più iconici e divertenti della storia.
Anche se l’idea di Graham di creare uno show a puntate sul personaggio di Batman piacque molto alla CBS, la produzione del telefilm non fu ultimata. La DC Comics ricomprò allora i diritti e strinse un accordo con la ABC e la 20th Century Fox. Il progetto fu portato avanti da William Dozier, un producer che non amava i fumetti, ma che ebbe l’intuizione di trasformare Batman in un personaggio più comico, e rendere le atmosfere di Gotan City più vicine al postmodernismo e alla pop art. L’episodio pilota fu firmato dallo sceneggiatore Lorenzo Semple Jr..
E così nel gennaio 1966 andò per la prima volta in onda il telefilm Batman. In quella prima serie apparvero tutti i nemici storici dell’uomo pipistrello: Joker, Pinguino, Catwoman, Mr. Freeze, Enigmista… Il successo della trasmissione fu incredibile. Tutta l’America fu vittima di una vera e propria Batmania.
La serie televisiva fu trasmessa negli Stati Uniti dal 1966 al 1968. In Italia arrivò alla fine del 1966 sulla allora Rete 2. Il legame con la cultura degli anni Sessanta è fortissimo per il telefilm. I costumi, le ambientazioni, i temi e lo slang usato nei dialoghi rimandano a riferimenti mod, beat, hippie e pop-art. Anche la regia deve molto alle stilizzazioni proprie del linguaggio pop, come i fermo-immagine, le distorsioni del quadro, gli effetti sonori, i fumetti con onomatopee, i colori saturi e i movimenti teatrali degli attori.
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Memorabile è l’interpretazione di Adam West nel ruolo di Batman. L’attore riuscì a offrire una prova cult, comparendo in una tutina poco virile e alternando in ogni scena atteggiamenti epici e ridicoli. West recitava con una severità fuori luogo ed esplodeva spesso in goffi gesti di un’ironia paradossale. La sua altezza e il suo fisico non proprio tonico resero Batman un personaggio simpatico a grandi e piccoli.
La serie si discostò totalmente dalle atmosfere cupe del fumetto per sposare uno stile umoristico, musicale e assai sopra le righe. In genere si parla di un’opera camp. L’indimenticabile sigla del telefilm (il tema della canzone della serie) è stata riproposta centinaia di volte da artisti rock e pop (tra gli altri George Harrison ed Eminem).
Dopo una prima stagione ispirata e di alto livello, West ha raccontato che la seconda serie fu girata in fretta, con pochi mezzi e senza copioni all’altezza. Si riciclarono situazioni e battute precedenti e si rinunciò a inventare qualcosa di nuovo.
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La terza serie, andata in onda nel 1968, puntò a coinvolgere gli adolescenti ormai proiettati nella cultura hippie con un’ambigua posizione di critica sociale verso i freak. Gli ascolti calarono, soprattutto negli USA. La nuova Catwoman non aveva il fascino e l’agilità di Julia Newman. E l’introduzione di una Batgirl fu parecchio criticata dai fan. E così si chiuse l’avventura del Batman televisivo.
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