Il futuro, dicono gli esperti, sarà caratterizzato da uno sfruttamento più consapevole e funzionale dell’energia idroelettrica. Ci sono tanti segnali che indicano una rivoluzione nel settore, a partire dalla tecnologia e dal valore ecologico dell’idroelettrico. Cerchiamo di capire cosa sta per succedere.
Idroelettrico, i pro e i contro
Oltre due terzi della superficie terrestre è coperta d’acqua. Ed è quindi logico guardare a questa materia come la risorsa principale per la transizione energetica. L’idroelettrico può diventare il settore su cui puntare per il domani.
Bisogna tuttavia considerare che l’acqua è un elemento indispensabile alla sopravvivenza umana, e il suo approvvigionamento non è garantito in tutti gli angoli del mondo. Da qui la domanda: come possiamo sfruttare per l’energia una materia così preziosa per la vita in sé?
Ma poi siamo sicuri che l’idroelettrico sia un settore pienamente sostenibile? Per costruire le dighe delle centrali idroelettriche bisogna modificare i grandi fiumi, spesso con effetti nefasti per gli habitat naturali.
Tutela delle risorse e necessità della transizione energetica
L’umanità è chiamata oggi all’ardua sfida di attuare strategie volte a contrastare i cambiamenti climatici. Fra queste, la transizione energetica è l’obiettivo più impegnativo e impellente da affrontare. Tuttavia è doveroso procedere in modo sostenibile ed equo, per tutelare le risorse primarie del nostro pianeta. L’acqua è al centro di tutta la discussione, sia come elemento da salvaguardare, sia come nuova risorsa da sfruttare. Ingegneria e industria puntano forte sull’idroelettrico. I pro dovrebbero essere più dei contro…
Nel giugno scorso l’agenzia internazionale per l’energia (IEA) ha presentato uno studio sul dibattito: lo Special Market Report. In questo rapporto l’idroelettrico è stato definito come il “gigante dimenticato” nella corsa alla transizione. Secondo l’IEA dovremmo investire tutto sull’acqua per tre fondamentali ragioni.
Primo: l’idroelettrico ci permette di ottenere energia a basso impatto ambientale con una capacità di gestione flessibile delle fonti e dell’alimentazione delle reti. Inoltre gli impianti idroelettrici potrebbero promuovere l’utilizzo di altre fonti rinnovabili, come il fotovoltaico e l’eolico.
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Secondo: l’idroelettrico va inteso come un settore flessibile, capace di garantire al contempo controllo, capacità di accumulo in forma continuativa ed enormi margini di sviluppo. Gli impianti idroelettrici a pompaggio agiscono come una batteria verde che può ricaricarsi quando l’offerta di energia supera la domanda, e viceversa possono scaricarsi senza costi elevati quando la richiesta aumenta. In pratica, le centrali idroelettriche possono aumentare e diminuire la produzione di elettricità molto rapidamente rispetto ad altre centrali come quelle nucleari, a carbone e a gas naturale.
Terzo: i grandi progetti idroelettrici possono far ripartire l’economia in Paesi poveri di risorse e infrastrutture.
Perché puntare sull’acqua e l’idroelettrico
A oggi più della metà delle potenziali risorse idriche economicamente sostenibili non sono sfruttate. E questo potenziale è rilevante nei Paesi poveri o nelle aree delle economie emergenti o in via di sviluppo. Qualche esempio? L’Etiopia, il Perù, la Bolivia, la Mongolia…
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Anche l’Italia dovrebbe puntare sull’acqua. Nel nostro Paese l’idroelettrico rappresenta la prima fonte rinnovabile. Con l’acqua produciamo il 41% dell’energia complessiva rinnovabile necessaria al Paese in più di quattromila impianti. Ma quasi tutta la produzione è concentrata in Piemonte e Trentino. Si può fare molto di più nelle regioni dell’Appennino e presso i grandi fiumi (Arno, Tevere, Volturno). Ciò garantirebbe anche un controllo ecologico sulle nostre preziose e trascurate risorse idriche.