Coloro che sono cresciuti negli anni ’70 e ’80 avranno di certo familiarità con il lemma Texas Instruments Incorporated, gigante americano dell’industria elettronica. Nota anche con l’acronimo TI, la compagnia ha tuttora sede a Dallas, in Texas, ed è famosa per la produzione di dispositivi elettronici. Oggi si occupa principalmente di semiconduttori, ma in passato dominò nel mercato delle calcolatrici e dei computer.
La svolta tecnologica della Texas Instruments Incorporated
La Texas Instruments Incorporated ha una storia quasi centenaria. Nacque ufficialmente come Geophysical Service Incorporated nel 1930. In origine la compagnia si occupava di rilevazioni geologiche per l’industria petrolifera. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la GSI investì nel settore militare e cominciò a realizzare apparecchiature elettroniche per le trasmissioni e per la caccia ai sommergibili. Nel 1951 mutò denominazione e diventò la Texas Instruments Incorporated. Da lì in poi gli ingegneri della compagnia cominciarono ad applicarsi in ricerche di sviluppo sempre più coraggiose e vincenti.
Nel 1954 l’azienda realizzò il primo transistor al silicio. Nacque poi la prima radio basata su un transistor composto da questo materiale, la Regency TR-1. Nel 1955 la TI cominciò a commercializzare sensori di immagini a infrarossi.
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Nel 1958, fu invece sviluppato il primo circuito integrato (chip), e tale invenzione varrà al suo progettista (Jack Kilby) nel 2000 il Premio Nobel per la fisica. Il successo commerciale arrivò però nel 1967, quando la TI introdusse sul mercato un primo prototipo di una calcolatrice tascabile. Non si trattava in realtà della prima calcolatrice da casa, visto che già la Olivetti aveva creato qualcosa del genere. Ma la Texas Instruments Incorporated era riuscita a dar vita ad un dispositivo più compatto, facile da usare e dal prezzo ridotto.
La rivoluzione del Cal Tech
Il progetto denominato Cal Tech offriva al pubblico una calcolatrice a circuiti integrati in grado di eseguire le quattro operazioni aritmetiche fondamentali. Veniva in più garantita una precisione di dodici cifre decimali. La tastiera era composta da diciotto tasti, e il risultato dei calcoli veniva visualizzato su un nastro cartaceo.
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Nel 1972 la TI conquistò il mondo con il modello TI-2500 Datamath, scelta da milioni di acquirenti per il prezzo ridotto: 150 dollari. La calcolatrice aveva un costo di produzione più basso perché impiegava un singolo chip per l’esecuzione di tutte le funzioni matematiche. Secondo alcuni ingegneri la TI-2500 potrebbe essere intesa come un antenato del moderno microprocessore.
L’era dei computer
Nel 1978 la TI sviluppò il primo microprocessore per la sintesi vocale: un elemento indispensabile per la progettazione dei traduttori linguistici portatili e dei supporti didattici parlanti allora in voga, come Il famosissimo Il Grillo Parlante. Nel 1981, invece, venne prodotto un home computer. Si trattava del TMS9900 con microprocessore a 16 bit, monitor a 13 pollici e cassette di memoria magnetica. Soprattutto scuole e università acquistarono questo PC, e il modello divenne dunque famoso fra i giovani.
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La società commercializzò poi una versione a costo più ridotto dell’elaboratore: il celebre TI 99. E grazie a questi risultati, nel 1982, la TI divenne la principale azienda produttrice di home computer al mondo.
Agli inizi del 1983, nel momento di massima espansione della società, alcuni test di qualità interni effettuati sul computer rivelarono tuttavia il malfunzionamento dell’alimentatore del TI 99. Un problema che poteva provocare gravi lesioni all’utente. La produzione fu quindi bloccata e il prodotto fu ritirato dal mercato. Da quel momento in poi la TI abbandonò la ricerca e lo sviluppo di nuovi PC.
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L’azienda provò a riciclarsi nel settore dei microprocessori. L’intuizione fu brillante: nel giro di dieci anni l’elettronica digitale divenne uno dei campi di ricerca più promettenti e rilevanti dell’industria mondiale. E così la Texas Instruments Incorporated se la cavò ancora una volta…