Stonehenge è uno dei più famosi siti archeologici del mondo, costruito dai Britannici durante il periodo Neolitico. Si trova nella pianura di Salisbury a sud dell’Inghilterra ed è un cerchio megalitico risalente a 4.600 anni fa. La storia sulla sua nascita è avvolta nel mistero e proprio questo fatto, nel tempo, ha continuato a stimolare l’interesse di archeologi, scrittori di fantascienza e semplici turisti.
Uno degli studi più clamorosi su Stonehenge è quello pubblicato dalla rivista Antiquity. Un team di ricercatori ha ipotizzato che la creazione del sito non sia originale, perché i resti di un monumento apparterrebbero ad uno più antico che si trova in Galles in quello di Waun Mawn. Qui, il cerchio megalitico è di dimensioni paragonabili a quelle di Stonehenge, è anch’esso allineato con il sole, e sembra presentare gli stessi materiali di costruzione. Le pietre rimaste sono però poche; ecco perché i ricercatori pensano che il sito di Waun Mawn sia stato smantellato, 5.000 anni fa, e le sue bluestone trasportate a Stonehenge.
Ma per quale motivo compiere un’impresa così ardua e difficile?
Secondo Michael Parker Pearson, esperto di preistoria britannica presso l’università di Londra, le bluestone, oltre che preziose, erano la rappresentazione fisica degli antenati dei migranti e i loro ricordi ancestrali. Il fatto di averle trasportate dal Galles fino all’Inghilterra testimoniava il peso che i loro avi avevano sopportato nella loro esistenza.
I progressi nella scienza archeologica hanno cercato di sfatare alcuni miti legati alle origini di Stonehenge. Si è arrivati a diversi conclusioni consolidate, come:
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Uno di questi siti archeologici è stato sicuramente quello di Waun Mawn, nel quale sono rimaste solo 4 bluestone sistemate a forma di arco. Nel 2017 il team di archeologi guidati da Pearson è tornato in Galles per fare nuovi tentativi. Sono state scavate piccole trincee nei pressi di entrambe le estremità dell’arco ma, anche in questo caso, le ispezioni geofisiche non hanno riscontrato nessuna cavità dove potessero essere stati posizionati i blocchi di pietra. Si è notato successivamente che le apparecchiature di telerilevamento, utilizzate nel sito di Waun Mawn, non erano in grado di funzionare perché quel terreno era privo di minerali magnetici.
Le ricerche sono comunque continuate e alla fine gli archeologi sono riusciti a scoprire altre fosse nel sito di Waun Mawn. In contemporanea si è analizzata anche la zona di Stonehenge, arrivando a diverse conclusioni:
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Considerati nel loro insieme, i dati raccontano una storia straordinaria e imprevista: il cerchio megalitico di Waun Mawn era stato smantellato e portato nella pianura di Salisbury, dove i costruttori hanno riprodotto lo stesso schema e hanno utilizzato alcune delle sue bluestone per erigere Stonehenge. Questa è una delle teorie più plausibili, anche se è ancora prematura per essere considerata attendibile al cento per cento.
Da ulteriori studi si è notato che le pietre di Stonehenge potrebbero provenire anche da altre regioni, non solo dal Galles. Questo fa supporre quanto fosse importante questo sito archeologico per i suoi costruttori emigranti.
L’analisi dell’antico DNA rivela che gli individui sepolti attorno alla pianura di Salisbury avessero origini ancestrali differenti. Questo lo si è notato anche dal tipo di sepoltura diversa: nel Galles e in Irlanda si costruivano tombe di pietra, mentre nel sud dell’Inghilterra le sepolture erano lunghi tumuli. Anche l’analisi dei resti animali, in questo caso degli maiali, testimonia che questi provenissero da varie regioni della Gran Bretagna. Queste ricerche vanno ad avvalorare la tesi secondo cui gli antichi britannici vivano in una società flessibile e interattiva.
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Le pietre sono state utilizzate perché durano nel tempo e simboleggiano gli antenati. I megaliti venivano usati proprio per rappresentare i morti, e mantenerne vivo il ricordo per l’eternità. Il fatto che le bluestone siano state trasportate dal Galles alla pianura di Salisbury, ricorda il periodo delle cosiddette tombe a corridoio, sistemate in modo da allinearsi ai movimenti del sole, un’altra entità eterna. Stonehenge, nello specifico, potrebbe essere stato un punto sia di incontro multiculturale che anche un monumento alla memoria.
Le pietre blu sono sicuramente un equivalente dei piccoli cimeli appartenuti ai nostri cari (foto, lettere, ciondoli, ecc) che anche noi tramandiamo di generazione in generazione.
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