La pandemia mondiale causata dal Covid-19 ha profondamente sconvolto le nostre abitudini. Molti aspetti della vita quotidiana non torneranno più come prima, e uno fra questi è sicuramente il modo di viaggiare. In questo caso ci viene in aiuto la tecnologia, rendendo i nostri spostamenti più sicuri ed efficienti. Ma ci saranno conseguenze sulla privacy?
L’industria del turismo è stata una delle più colpite durante la pandemia, perché il fatto di viaggiare rendeva difficile monitorare il distanziamento fisico tra le persone. Come fare, quindi, per permettere alla gente di spostarsi in sicurezza evitando il rischio di essere contagiati? La tecnologia ha tentato di trovare delle soluzioni ideali che, con molta probabilità, entreranno a far parte per sempre delle nostre nuove abitudini di viaggio.
Secondo un sondaggio del Pew Research Center del 2021, si prevede che entro il 2025 la nostra vita quotidiana potrebbe essere ancora più influenzata da algoritmi, telelavoro, e da quello che alcuni chiamano tele-everything, ovvero la tendenza a declinare ogni tipo di attività in modalità virtuale o da remoto.
La presenza dell’aspetto tecnologico nei nostri spostamenti può essere più o meno vantaggiosa a seconda dei casi.
Tra i vantaggi si annoverano quelli che rendono i viaggi più sicuri ed efficienti come:
Gli aspetti negativi, invece, sono quelli che riguardano:
La realtà virtuale (virtual reality) è una simulazione digitale tridimensionale di un ambiente realizzata da un computer, in cui possono interagire uno o più soggetti per mezzo di dispositivi elettronici. Durante la pandemia è stata utilizzata soprattutto nei musei per creare eventi ed esperienze online.
La realtà aumentata, invece, è una tecnologia recente che si differenzia dalla prima proprio perché in continua evoluzione. In modo generico, si potrebbe dire che si tratta di una realtà alterata nella quale vengono sovrapposte informazioni artificiali e virtuali a quello che viene percepito naturalmente dai nostri sensi.
Alcuni esempi di utilizzo si sono visti con:
Controllare il flusso delle masse per chi viaggia durante questo periodo di pandemia è diventato fondamentale, e l’utilizzo di espedienti e di nuove tecnologie è aumentato notevolmente.
A Singapore ci sono i robot che avvertono quando le persone sono troppe vicine l’un l’altra, a Venezia sono state utilizzate le telecamere per tracciare il numero dei visitatori (quelle che prima erano state concepite per rilevare atti criminali), in altre località si sta pensando di mettere dei varchi elettronici nei principali punti di accesso, che possono essere chiusi in caso di sovraffolamento (per esempio nelle stazioni ferroviarie, traghetti, vaporetti, ecc.).
Un altro caso esemplare è quello della città di Amsterdam, che traccia il flusso di visitatori mediante la Amsterdam City Card per accedere a musei e trasporti pubblici. Esiste anche la Beach Check Uk, un’ app che offre informazioni in tempo reale sul livello di affollamento delle spiagge lungo la costa inglese, permettendo ai viaggiatori di scegliere zone poco frequentate in quel momento.
Le luci UV-C vengono utilizzate da oltre 20 anni per disinfettare ed eliminare i virus negli ospedali. Ora, in tempi di pandemia, vengono adottate anche per spazi pubblici come aeroporti, palestre, cinema e altri luoghi chiusi. Questa luce ultravioletta ad onda corta ha proprietà germicide che possono eliminare il Covid-19 e altri virus dalle superfici. Le nuove installazioni a UVC possono essere impiegate anche negli impianti di riscaldamento e climatizzazione, quindi sono in grado di eliminare i virus presenti anche nell’aria.
Un altro nuovo sistema tecnologico con cui la maggior parte di noi ha avuto a che fare è il famoso codice QR. Questo è un piccolo riquadro formato da punti e linee, che assomigliano a pixel, e può essere letto con un normale smartphone per vedere il menù, ordinare, e pagare il conto senza interagire con il cameriere. Questi codici QR si sono rivelati comodi e con molta probabilità verranno utilizzati anche in futuro a fine pandemia. Tuttavia, questa comodità potrebbe comportare problemi con la privacy delle persone, in quanto questi piccoli codici possono potenzialmente raccogliere una grande quantità di informazioni dagli utenti. Per esempio, si possono risalire ai gusti alimentari, al tipo di ristoranti che una persona frequenta di solito, all’età e al genere. In più questi codici QR potrebbero facilmente essere hackerati.
Apple e Google sono stati i primi ad aggiungere funzioni di tracciamento dei contatti nei software dei nuovi smartphone. In questo modo gli utenti ricevono un avviso nel caso siano venuti a contatto con una persona infetta. Il tracciamento dei contatti, infatti, risulta essere uno dei modi migliori per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, soprattutto in questo periodo di Covid-19.
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Altre tecnologie che potrebbero aiutare a tracciare malattie infettive o a prepararci alla prossima pandemia sono:
Al di là di tutti questi modelli tecnologici è comunque giusto prediligere le azioni personali e il contatto telefonico, soprattutto nell’ambito della sanità pubblica. Gli strumenti possono ottimizzare ma non sostituire del tutto l’aspetto umano.
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L’esperienza diretta legata a sensazioni reali e immediate non potrà e non dovrà essere sostituita dalla tecnologia!
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