Un fitto mistero avvolge l’oggetto spaziale Oumuamua. Per alcuni, si tratterebbe di un asteroide ghiacciato, ovvero un pezzo di un esopianeta con caratteristiche orbitali davvero stravaganti. Per altri, potrebbe essere qualcosa di più. Una sorta di astronave aliena, inviata da qualche remota civiltà extraterrestre a studiare il nostro Sistema Solare.
Negli ultimi giorni, però, gli astrofisici stanno cambiando idea. Secondo le ultime analisi Oumuamua sarebbe solo una cometa e non, come hanno sostenuto in molti, un asteroide proveniente dallo spazio interstellare o, addirittura, una navicella spaziale. Diversi nuovi studi si sono concentrati infatti sulla traiettoria di questo corpo. E hanno capito che Oumuamua non è governato soltanto da forze gravitazionali, come nel caso degli asteroidi, ma ha una spinta propria, determinata dall’emissione di gas.
Il nome completo del corpo è 1I/’Oumuamua, ma i ricercatori che lo trattano ogni giorno hanno cominciato a chiamarlo confidenzialmente anche 2017 U1. Per molti mesi l’abbiamo interpretato come il primo asteroide interstellare e, quindi, come tale lo abbiamo classificato, ecco perché c’è un 1 e c’è un I nel suo nome. Anche se l’esistenza di asteroidi interstellari era stata teorizzata parecchi anni fa, fino alla scoperta di 2017 U1 non vi era mai stata conferma d’ipotesi scientifica sulla realtà di questi oggetti.
Oumauma è stato infatti avvistato per la prima volta il 19 novembre del 2017, dal solito Pan-STARRS, il raffinato sistema esplorativo astronomico delle Hawaii, situato presso l’osservatorio di Haleakalā. E da quel momento si è acceso un infiammato dibattito. Ma con cosa abbiamo a che fare? Con un semplice asteroide o con qualcosa di più complesso?
Ciò che meraviglia di Oumuamua è innanzitutto la sua orbita, che non è ellittica ma parabolica. Il corpo viaggia a una velocità poco consona per un asteroide, accelera di continuo, e non lascia una scia immediatamente percepibile. Va più forte di cinquanta chilometri al secondo, in media. Ha una forma allungata e un diametro di centocinquanta metri, circa. Quindi, la sua forma e la sua massa sarebbero troppo piccole per quelle di una cometa…
In più, sulla sua superficie c’è uno strato di circa cinquanta centimetri di materiale non identificato: non è ghiaccio, anche se tutto il resto del corpo dovrebbe essere appunto composto da azoto cristallizzato. Pare che uno schermo organico ne occulti la figura e non permetta uno studio approfondito da parte dei telescopi.
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Il suo periodo di rotazione sembra essere maggiore di cinque ore, la sua luminosità si mantiene intorno ai 2,5 punti di magnitudine. Gli studiosi cercano da tempo di individuare una chioma e una coda, per poter finalmente definire l’asteroide come cometa. E per tutte queste ragioni c’è chi ha cominciato a pensare che il corpo non sia affatto un asteroide. E cosa potrebbe essere allora?
Gli astrofici si spiegano il comportamento anomalo di 1I/’Oumuamua riducendolo a un pezzo di azoto, sfuggito al corpo di un pianeta simile a Plutone e proveniente da un altro Sistema Solare. Ma c’è anche chi pensa si tratti di un’astronave.
Il professor Amir Siraj e il professor Avi Loeb hanno pubblicato diversi articoli, di cui uno condiviso, in cui sostengono che Oumuamua non potrebbe mai essere un pezzo di pianeta, sia per la sua forma particolare, sia per le sue accelerazioni. In più, ci sono da considerare le stranissime deviazioni della sua orbita. Secondo loro, quindi, abbiamo a che fare con una vela solare extraterrestre.
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Il progetto Galileo, guidato da Siraj vuole proprio scoprire di più su questo corpo enigmatico. Lo sforzo di caratterizzare oggetti come Oumuamua potrebbe farci capire molte cose sulle leggi fisiche che vigono al di là del nostro sistema. Ovviamente questa lettura è poco stimata da parte della comunità scientifica. Avi Loeb, intanto, non si arrende. Non è il primo venuto, è un astrofisico ad Harvard. Per lui Oumuamua, il misterioso oggetto proveniente dall’esterno del Sistema Solare, è un’astronave aliena.
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Lo scienziato ha cercato di divulgare questa sua tesi in un nuovo libro intitolato Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth che dovrebbe essere pronto per la pubblicazione a breve.
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