Dalla NASA giunge l’allarme delle tempeste solari “cannibali” (Cannibal CME). Si tratta di brillamenti potentissimi del Sole, che arriveranno a breve sulla Terra. Le conseguenze potrebbero essere molto gravi…
Il Sole continua a sfogare incredibile e pericolosa potenza. Nelle ultime settimane ha rilasciato brillamenti di elevata magnitudine e di devastante potere radioattivo: delle vere e proprie esplosioni di plasma che hanno sfiorato il campo magnetico terreste. E per il 2025 è atteso un suo sfogo ancora più tremendo. Sono infatti previste delle tempeste solari potentissime, dette “cannibali” o CME. Così conosciute per via del loro comportamento: sono tempeste che si “cannibalizzano” a vicenda. Con che cosa abbiamo a che fare?
Le conseguenze delle tempeste cannibali
Queste spaventose e spettacolari manifestazioni magnetiche sono prodotte dalle emissioni di materia del Sole. Dalla sua corona, infatti, la nostra stella lascia evadere particelle ad alta energia che generano un forte vento solare. Quando questo vento riesce a impattare il campo magnetico terrestre (di solito un giorno o due dopo l’espulsione di massa coronale) abbiamo a che fare con radiazioni pericolose per l’essere umano. Ma non solo. Queste tempeste possono danneggiare i nostri satelliti, i dispositivi elettronici, i GPS di navi e veicoli, i condotti idrici e disturbare le comunicazioni radio.
Gli uomini, per fortuna, sono riparati dalle radiazioni, proprio grazie all’atmosfera e alla magnetosfera. Ma ci sono stati studi concreti sulle conseguenze di queste tempeste sull’uomo. Per esempio nel 1989, nel corso di una di queste tempeste, la NASA stimò che le radiazioni avrebbero di sicuro causato la morte di un astronauta che si fosse trovato sulla Luna (anche se protetto dalla tuta spaziale).
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Eppure oggi gli scienziati sono in allarme. Di fatti, la tempesta cannibale appare molto più minacciosa di quelle già affrontate. Secondo Bill Murtagh, coordinatore del programma SWPC della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), la prima ondata di queste tempeste si farà strada nello spazio, in direzione della Terra, segnando così un percorso per gli altri CME. E lo farà nel momento in cui il ciclo solare raggiungerà il suo maximum di intensità e potenza, cioè nel 2025. Ecco che cosa l’esperto ha spiegato a Space.
Le passate esperienze con i CME
Nel 1859 il nostro pianeta subì qualcosa di simile. Una tempesta solare passata alla storia come l’evento di Carrington. Si trattò della più grande tempesta geomagnetica mai osservata dagli astronomi. Fu registrata il primo settembre 1859, e deve il suo nome all’astronomo inglese Richard Carrington, grande studioso delle macchie solari.
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L’evento produsse i suoi effetti su tutta la Terra dal ventotto agosto al due settembre. Le linee telegrafiche furono interrotte per più di mezza giornata. Le aurore boreali furono visibili anche a Roma e in Giamaica. Secondo alcune testimonianze anche alle Hawaii e a Cuba.
Il pericolo più grande è quello di avere a che fare con tempeste solari a catena, che giungono a colpire la nostra atmosfera una dietro l’altra. A quel punto sarebbe difficile garantire la stabilità dei satelliti e delle comunicazioni radio. Secondo gli esperti più di metà del mondo potrebbe rimanere per un giorno senza corrente.