Da oggi in poi segnalare incontri ravvicinati con oggetti extraterrestri o annunciare la scoperta degli alieni non sarà più così facile come un tempo. Insomma, chiunque scopra di aver avuto a che fare con un alieno o rintracci segnali extraterrestri provenienti da un angolo remoto della galassia, dovrà preoccuparsi di comunicarlo in un certo modo. La NASA ne ha abbastanza di annunci roboanti da parte di scienziati e ricercatori. Nasce perciò l’idea di una procedura standard. Una linea guida su come raccontare al mondo una scoperta del genere. Basta con annunci catastrofici e inutilmente allarmanti.
Gli scienziati ci provano da sempre. Ogni giorno esce fuori qualcuno che annuncia: “Ho scoperto gli alieni in quell’angolo lì della galassia!”. E il giorno dopo ne arriva un altro che risponde: “E io invece ho appena rilevato la vita extraterrestre con il mio radiotelescopio dalla parte opposta dello Spazio”. Annunci del genere eccitano la curiosità del pubblico e donano una breve fama alle ricerche di questi scienziati. Il più delle volte, però, il riferimento agli alieni è del tutto forzato, o strumentale: anche se si tratta di ricerche serie, l’argomento della vita extraterrestre viene gonfiato ad arte per far apparire il lavoro più interessante. Ora tuttavia dei ricercatori della NASA hanno pubblicato un articolo su Nature che propone delle linee guida su come raccontare al mondo una scoperta tanto importante.
Il team di ricerca, guidato da James Green, è composto da scienziati di livello (Tori Hoehler, Marc Neveu, Shawn Domagal-Goldman, Daniella Scalice e Mary Voytek), tutti preoccupati dall’uso strumentale dell’argomento alieno in certe pubblicazioni. Il rischio bufala è sempre dietro l’angolo. Ma la questione della vita aliena non è affatto un gioco. Per la scienza è molto probabile che nei prossimi anni verranno scoperte tracce o prove di vita al di fuori della Terra. Ecco perché ogni ricerca volta a investigare in questo settore deve muoversi con responsabilità. Bisogna evitare di lasciarsi prendere dall’entusiasmo, quando non ci sono prove conclamate. Quindi niente annunci catastrofici, niente titoloni trionfanti.
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“Spesso dobbiamo fare i conti con l’idea sbagliata che la gente si è fatta degli alieni”, ha spiegato Green. Quindi una presunta scoperta della vita extraterrestre non dovrebbe mai essere comunicata con leggerezza. Ci si dovrebbe esporre solo in caso di certezza assoluta. E come sappiamo, in scienza, per avere la certezza, abbiamo bisogno di prove empiriche, test di falsificazione e discussioni accademiche. In giro ci sono troppe notizie gonfiate ad arte, falsi allarmi, articoli che dichiarano senza motivo di aver raccolto prove inoppugnabili della presenza aliena o fake-news collegate a studi che parlano di tutt’altro.
l gruppo di lavoro coordinato da Green ha allora proposto una scala di valutazione chiamata confidence of life detection (CoLD), ossia affidabilità del rilevamento della vita, strutturata in sette livelli. Ogni ricerca che parla di alieni dovrà confrontarsi con questa scala, per capire a che punto di affidabilità è giunta.
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I punti più bassi (il primo e il secondo) si concentrano sull’identificazione iniziale di potenziali biofirme, per esempio elementi chimici, molecole, strutture fisiche semplici. I passaggi tre e quattro ineriscono allo studio approfondito dell’ambiente intorno alle biofirme (ci si deve chiedere cioè se l’ambiente di riferimento è abitabile).
I punti cinque e sei sono quelli fondamentali. Solo chi arriva a confrontarsi con queste categorie potrà discutere apertamente di vita aliena. Il livello cinque, per esempio, inerisce a prove materiali raccolte in loco (per esempio da un rover). Per arrivare al punto sei, cioè nel livello successivo, bisogna che il ricercatore abbia svolto un’analisi dei campioni riportati a Terra. Il livello sette si apre invece alle controprove: bisognerebbe dopo aver ipotizzato e provato la presenza aliena in un luogo, indagare su altri luoghi compatibili o continui, per restringere il campo.
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La scienza funziona così. Per annunciare una scoperta ci vogliono prove effettive, conclamate. L’ipotesi è differente dalla teoria, che a sua volta è diversa dalla prova concreta, collegata a un fatto giustificato.
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