Ogni giorno l’essere umano riesce a scoprire meglio se stesso, la propria storia e i misteri del passato attraverso la pratica archeologica. Innumerevoli sono le scoperte che sorprendono l’uomo: preziosi ritrovamenti, testimonianze di epoche andate, percorsi recuperati (in cui si conserva bellezza, pensiero, socialità) e risposte inattese a domande antichissime. Possiamo affermare che alcune scoperte archeologiche, molto più di altre, hanno contributo al processo di definizione dell’identità umana. Quali sono? Scopriamo insieme le sei scoperte archeologiche più importanti della storia.
L’archeologia, come scienza e come pratica di tutela, ha assunto un’importanza fondamentale per la comprensione della storia. Alcuni ritrovamenti ci hanno fatto cambiare prospettiva sul nostro passato, ci hanno insegnato cose che ignoravamo e ci hanno profondamente influenzato. Nel pensiero, nel gusto, nella cultura.
Partiamo dal tempio più antico del mondo. Scoperto nel Sud-est della Turchia, a circa diciotto chilometri dalla città di Şanlıurfa, Göbekli Tepe è un sito rintracciato nel 1963 dall’archeologo Klaus Schmidt. Si tratta di un tempio edificato almeno undicimila anni fa, alla fine del Neolitico. Organizzato intorno a pilastri alti dai tre ai sei metri in pietra calcarea, è un prezioso documento di una ritualità antichissima.
I pilastri sono pregevolmente decorati con simboli animali, forse a testimonianza di un culto animista. Grazie a questa scoperta ci siamo staccati dopo secoli dalle teorie che negavano la presenza di civiltà evolute precedenti a quelle mesopotamiche e dell’Egitto.
Un altro ritrovamento straordinario, affascinante e al contempo misterioso, è quello di Stonehenge. Il sito sta a Wiltshire, in Inghilterra. Oggi lo consideriamo come il più importante ritrovamento neolitico. Si tratta di un complesso eretto in un periodo di tempo compreso tra il Tremila e il Duemila a.C., e caratterizzato dalla presenza di un cromlech, ovvero un insieme circolare di megaliti (colossali pietre erette) sormontati da architravi orizzontali di collegamento.
Forse non è giusto catalogarlo fra gli edifici religiosi, dato che gli uomini del Neolitico non avevano ancora sviluppato una vera e propria religiosità. Eppure, molti studiosi pensano si tratti di un sito preposto a qualche tipo di rito, culturale o magico. Un’altra teoria suggerisce che si tratti di un antico osservatorio astronomico, edificato per stimare con esattezza solstizio ed equinozio.
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Una scoperta sensazionale per l’uomo fu quella delle Grandi Piramidi. E fra queste, la più iconica e studiata è di sicuro la grande piramide di Giza (anche conosciuta come Piramide di Cheope). Universalmente riconosciuta come uno degli esempi più meravigliosi e importanti del genio dell’uomo, questa piramide nasconde ancora mille misteri da risolvere. Fu costruita secondo gli egittologi intorno al 2700 a.C..
A progettarla, secondo il mito, fu Hemiunu, un sacerdote e alto funzionario egizio. La scoperta di Giza è stata progressiva: il sito era conosciuto durante l’Antichità e il Medioevo, ma la piramide è stata di fatto liberata ed esplorata solo a partire dal XVIII secolo, da parte di studiosi inglesi e francesi. E da quel momento in poi le scoperte non si sono mai interrotte. Ogni giorno impariamo qualcosa di nuovo, e sveliamo qualche antico mistero legato alla civiltà dei faraoni.
Fra gli scavi che hanno permesso di far tornare alla luce le grandi città del passato, il più importante della storia è stato di sicuro quello che ci ha donato il sito dell’antica Pompei. La città romana viene visitata ogni anno da più di tre milioni di turisti. La scoperta è legata a una precisa volontà del re Carlo III di Borbone, che comandò ai suoi archeologi di rintracciare la cittadella seppellita dal Vesuvio dopo l’esplosione del 79 d.C.. Oggi Pompei è uno dei siti archeologici antichi meglio conservati del mondo e un prezioso scrigno di testimonianze della vita romana, sia per studiosi che per semplici appassionati. Ricca di edifici integri e di reperti recuperati (affreschi, statue, mosaici, suppellettili), Pompei ci consegna ancora oggi tante nuove possibilità di scoperta sulla storia romana. In pratica, è il sito archeologico più grande del mondo.
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Un altro sito fondamentale è Çatalhöyük: si trova in Turchia ed è il più importante centro abitato del Neolitico. Viene giudicato fra le scoperte archeologiche più importanti del Novecento. Scoperto alla fine degli anni Cinquanta dall’archeologo inglese James Mellaart, questo scavo ha riportato alla luce una vera e propria città preistorica, costituita da tante piccole abitazioni di una o due stanze, spesso decorate da graffiti. Questa scoperta ci ha insegnato che il culto dei morti era già presente nel Neolitico: nelle case, infatti, sotto i letti, sono stati trovati dovunque i resti dei morti conservati dagli abitanti.
Machu Picchu è un sito archeologico Inca. Si trova in Perù, nella valle dell’Urubamba, a quasi duemilacinquecento metri sul livello del mare. Conserviamo oggi molti resti di quest’antica città perduta, riscoperta dagli europei a inizio Novecento. Grazie agli studi condotti sui reperti e sull’urbanistica della città, oggi conosciamo molto meglio la civiltà degli Inca. Machu Picchu fa parte delle cosiddette sette meraviglie del mondo.
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