Per ora siamo abituati a vedere lanci spaziali basati sulla combustione di propellenti, le reazioni nucleari e la propulsione chimica. Da domani, tuttavia, tutto potrebbe cambiare. Arriva la centrifuga sottovuoto!
Una start-up specializzata nel lancio spaziale statunitense, la SpinLaunch, ha presentato un nuovo sistema per superare la classica propulsione attraverso la combustione di propellenti. Il processo di lancio è basato sulle leggi basilari della cinetica. Si cerca cioè di sfruttare al massimo il potere della forza centrifuga. E un giorno molto vicino questo nuovo sistema potrebbe essere usato lanciare in orbita piccoli veicoli o satelliti spaziali.
Il concetto di lancio promosso da SpinLaunch
Abbiamo a che fare con una centrifuga sottovuoto che fa girare un proiettile, non alimentato. A che velocità? Si supera di molto la velocità del suono. In questo modo il veicolo viene scagliato nell’atmosfera superiore e infine in orbita.
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Tramite questo semplicissimo meccanismo, l’azienda, che ha sede a Long Beach, in California, spera di soppiantare i razzi tradizionali. I veicoli oggetto dello studio sono quelli preposti a mandare carichi utili nello Spazio.
Il volo di prova si è svolto a Spaceport America nel New Mexico il ventidue ottobre. E l’esperimento è andato benissimo. I risultati del test, quindi, sono assai incoraggianti.
Come funziona la centrifuga per il lancio
Il sistema utilizza una camera a vuoto al cui interno lavora un braccio rotante col compito di condurre un proiettile a velocità parecchio elevata, senza alcun problema per la resistenza. Dopo essere stato “centrifugato”, il razzo viene scagliato nell’atmosfera in meno di un millisecondo.
Tutta l’infrastruttura (quando il braccio è teso verso l’alto) è più alta della Statua della libertà. Sfioriamo i cento metri.
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Per garantire equilibrio, un contrappeso gira nella direzione opposta. Questo per evitare che tutto il sistema si sbilanci. La tenuta sottovuoto rimane in posizione fino a quando il razzo non attraversa una membrana sensibile posta nella parte superiore del tubo da cui poi esplode il proiettile. E così il lancio è pronto.
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La nuova tecnologia potrebbe risolvere molti problemi di sostenibilità ambientale ed economica. Ora bisogna soltanto testare il più possibile il meccanismo e raffinarlo, per renderlo funzionale e affidabile al 100%.
Jonathan Yaney, CEO dell’azienda californiana, crede che il suo progetto sia molto di più di una semplice catapulta: sente che tutti i carichi spaziali futuri potranno essere lanciati a ventottomila chilometri all’ora nello Spazio dal suo ultimo prototipo.