Anidride carbonica riutilizzabile? Non è un paradosso. Nel mondo della scienza c’è qualcuno che vuole rendere il principale gas serra nell’atmosfera terrestre un’energia rinnovabile. Ma com’è possibile?
I ricercatori del dipartimento di ingegneria chimica della Texas A&M University hanno pubblicato uno studio in cui si analizza un metodo per riutilizzare l’anidride carbonica. La volontà è quella di trasformare il gas serra in un composto chimico “a valore aggiunto” tramite delle reazioni di riduzione.
Denis Johnson, primo autore della ricerca, è convinto che l‘ingegneria chimica contemporanea possa salvare il mondo. Come? Contribuendo a invertire i danni che l’anidride carbonica ha procurato all’ambiente.
Sappiamo che il diossido di carbonio (noto anche come anidride carbonica, CO₂) è una sostanza fondamentale nei processi vitali delle piante e degli animali, perché coinvolta nella fotosintesi. Viene prodotta durante la respirazione animale, ma è anche rilasciata dalla maggior parte delle combustioni. Ecco il problema.
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Per questo la sostanza è indicata come il principale gas serra nell’atmosfera terrestre che contribuisce al surriscaldamento globale (le stime parlano di un impatto del 70%). Troppa anidride carbonica in circolo può danneggiare la Terra, è noto.
Ma esiste già un metodo per ridurne i livelli nell’ambiente: la decarbonizzazione. Tale soluzione prevede che il carbonio venga rimosso dalle catene di approvvigionamento. Tuttavia, questa linea non viene accettata da quei Paesi che ancora dipendono dal carbone (India, Cina, Sudafrica…).
Un’altra strategia per rallentare l’accumulo di anidride carbonica è il sequestro del carbonio, ovvero un processo di isolamento e conservazione dell’anidride carbonica affinché non possa più fuoriuscire. Ma si tratta di un metodo molto oneroso, in pratica poco fattibile.
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I ricercatori coinvolti nello studio hanno sperimentato una procedura per riutilizzare l’anidride carbonica tramite una tecnologia che prevede un processo di purificazione del carbonio isolato (o catturato).
Purificata l’anidride carbonica, può essere arricchita con un metallo di transizione. Per esempio il rame. Tutto ciò per ottenere un materiale chimico utile e non dannoso.
Ad esempio, potremmo ottenere il propanolo, che può essere utililissimo nel settore della medicina, o l’etanolo, sfruttabile nel settore dei combustibili.
Da oggi, possiamo dunque pensare l’anidride carbonica non solo come uno scarto dannoso. Se riuscissimo davvero a trasformarla in etanolo, avremmo di fatto riciclato il materiale inquinante.
L’obiettivo è quello di recupare ogni quantità di anidride carbonica prodotta dell’uomo, per farne una fonte di energia rinnovabile. Davvero interessante, no?
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