Grazie alla manipolazione magnetica potremmo deviare a distanza detriti spaziali potenzialmente pericolosi. Avete presente il film Gravity? Be’, il pericolo è quello: che un’onda di detriti si muova ad altissima velocità e impatti i nostri satelliti o la Terra…
La proposta di utilizzare il processo chiamato manipolazione magnetica per ripararci dai detriti spaziali arriva dall’università dello Utah. I ricercatori vorrebbero sfruttare le correnti indotte da campi magnetici in movimento nei pezzi metallici dei detriti spaziali per frenare la loro avanzata o per distruggerli sul posto.
Gli astronomi temono molto la spazzatura spaziale, ossia i detriti spaziali che si muovono nel Sistema Solare e che potrebbero colpire la Terra o danneggiare i satelliti per noi essenziali. Si tratta, secondo la NASA, di una massa di ventisettemila detriti, grandi come palle da tennis, lanciati a quasi trentamila chilometri orari.
Più satelliti e razzi inviamo nello Spazio, è più aumentano i rifiuti metallici da smaltire o controllare. Ma come si può intervenire per risolvere il problema? Secondo gli astrofisici dell’università dello Utah potremmo manipolare questi materiali per recuperarli o per renderli inoffensivi. Lo studio, pubblicato su Nature, illustra il metodo nel dettaglio, che ha a che fare con l’utilizzo di magneti rotanti.
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L’obiettivo più verosimile è quello di deviare questi detriti. E la manipolazione magnetica ci permette di intervenire senza rischiare un contatto con i rifiuti (potenzialmente distruttivi). In tal senso, si eviterebbero collisioni e quindi ogni tipo di danno collaterale.
I detriti in questione sono perlopiù composti da metalli elettricamente conduttivi, ma non dotati di una quantità apprezzabile di materiale ferromagnetico.
Sottoponendo i detriti metallici a un campo magnetico variabile nel tempo, gli elettroni circolano e generano correnti parassite che interagiscono con il campo magnetico stesso. E così avviene la manipolazione, con sei gradi di libertà (che, in fisica, sono le variabili indipendenti necessarie per determinare la posizione nello spazio di un corpo) di oggetti conduttivi mediante magnetici rotanti. Tutto il processo dovrebbe trasformare il detrito in un elettromagnete, il cui moto può essere a ben vedere controllato a distanza.
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Quest’idea non è del tutto nuova, ma era stata fino a ieri limitata all’utilizzo di un solo grado di libertà (per esempio, permetteva solo una spinta orizzontale). Qui invece si punta a mettere in gioco più fonti coordinate di campo magnetico, per poter muovere l’oggetto in ogni direzione: possiamo anche farlo ruotare.
E adesso tocca alla NASA mettersi alla ricerca dei detriti, per poter così sperimentare questa nuova tecnica. Idealmente potremmo raggrupparli in un’area franca, oppure trasferirli sulla Terra, per smaltirli…
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