Capita spesso di riscoprire residui di bombe o relitti di ordigni inesplosi appartenenti alle passate guerre. Ma talvolta le scoperte diventano così importanti da riscrivere in parte la storia. Sul passo dello Stelvio, sulle Alpi Retiche, è stato trovato un rifugio militare perfettamente conservato: una preziosa testimonianza dal passato, un accampamento della Prima Guerra Mondiale…
Il ghiaccio aveva completamente obliato quel vecchio accampamento, che cent’anni fa era stato teatro di battaglie e vita di frontiera. Dei volontari, poi, sono riusciti a rompere e sciogliere il ghiaccio che invadeva la grotta, sul passo dello Stelvio, e a visitare un ambiente rimasto identico a come lo avevano lasciato i soldati.
L’accampamento austriaco conservato nel ghiaccio
Si tratta di un accampamento austriaco. Qui i militari asburgici hanno vissuto per tre anni, quasi. E dunque hanno affrontato tre gelidi inverni, in attesa di scontrarsi con gli italiani. Per fortuna loro, lo Scorluzzo non fu mai interessato da grandi combattimenti. Le truppe italiane tentarono, timidamente, di riconquistarlo solo in un paio di occasioni, ma senza mai muovere un attacco deciso.
Finita la guerra nel ’18, con l’Impero costretto all’armistizio, quel campo fu sgomberato in fretta e furia. I soldati tornarono allora in Austria, lasciando quasi tutto in quell’umida grotta che avevano contribuito a scavare.
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L’inverno innevò di nuovo il monte Scorluzzo e la grotta, nel giro di due o tre anni, svanì nel ghiaccio. Con i decenni la forra venne addirittura sigillata. Per molto tempo, infatti, quelle alture sono state dominio incontrastato per i ghiacciai. Poi, però, è cominciato lo scioglimento. A partire dagli anni Ottanta, con l’innalzamento delle temperature, la lastra di protezione naturale si è disciolta, e così si è intravisto quel luogo del passato.
La storia del rifugio nella grotta
Sappiamo dai libri di storia che il sei e l’otto giugno del 1915 alcuni reparti dell’esercito austroungarico attaccarono il monte Scorluzzo, nei pressi del passo dello Stelvio. L’Italia era appena entrata in guerra, e non aveva la forza per contrastare quell’affondo. Così lo Scorluzzo era presidiato soltanto da pochi alpini. Costoro provarono a bloccare l’avanzata dei soldati austriaci, ma senza successo. E così, in pochi giorni, l’Austria si impadronì del monte strategico del Trentino. Fu posto un accampamento, che diventò un grande ricovero per soldati, a tremila metri di quota.
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Probabilmente, dal punto di vista storico, siamo al cospetto dell’accampamento della Prima Guerra Mondiale meglio conservato mai avuto a disposizione. In quella grotta, gli austriaci trascorsero tre inverni. Dormivano sulla paglia, con il solo fuoco a riscaldarli. Le temperature si aggiravano intorno ai 20 o ai 30 gradi sotto lo zero.
Il ritrovamento dell’accampamento della Prima Guerra Mondiale
Solamente tra il 2017 e il 2020 un gruppo di volontari del Museo della Guerra Bianca di Temù (Brescia) si è messo in contatto con il Parco nazionale dello Stelvio per recuperare il ricovero. L’accampamento è stato smantellato, pezzo per pezzo. L’operazione è durata quattro estati.
E ora comincia il lavoro di ricollocazione e ricostruzione. Il vecchio rifugio austriaco, con le suppellettili, gli elmetti e le varie testimonianze di vita di quei soldati, sarà trasferito in un’altra sede. Più agibile…