Il teletrasporto è un espediente assai usato e amato dalla fantascienza, sia su carta che pellicola. Eppure è una possibilità teorica non così assurda. In un certo senso, il fenomeno del teletrasporto è ammesso sia dalla fisica quantistica che dalla teoria della relatività generale.
Nel lontano 1877 è stata per la prima volta usata la parola teletrasporto in letteratura. Si lesse nel racconto The Man Without a Body di Edward Page Mitchell, dove uno scienziato aveva imparato a disgregare gli atomi di un gatto e a trasmetterli via telegrafo.
Il concetto fu poi approfondito nel racconto The Fly di George Langelaan del 1957. Da questo racconto verranno tratti due film cult: L’esperimento del dottor K. e La mosca. Poi fu la volta di Star Trek, con i membri dell’equipaggio che si teletrasportavano di qua e di là in continuazione…
In Star Trek il teletrasporto può creare un duplicato esatto di un viaggiatore nel punto di destinazione, mentre il viaggiatore originale (fermo nel punto di partenza) viene distrutto. Detta così, sembra una sciocchezza, e invece, teoricamente si può.
Per il teletrasporto quantistico infatti possiamo ottenere una copia dello stato quantistico preciso di una particella, come un fotone, e inviarla a centinaia o migliaia di chilometri di distanza. Per far ciò, il teletrasporto quantistico deve però distruggere lo stato quantico del primo fotone. Perché? Per non creare paradossi.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Scoperto misterioso liquido quantistico | Sarà utile nel settore dei superconduttori
Tutto ciò in base a ciò che Einstein chiamava “azione spettrale a distanza”, cioè all’entanglement quantistico. C’entra insomma un’illusione relativistica: quella innescata dal ritardo o dall’anticipo dell’informazione rispetto alla velocità della luce.
Non è il corpo in sé a teletrasportarsi, ma la sua onda d’informazione.
I fisici compiono teletrasporti quasi ogni giorno, a livello microscopico (e quasi esclusivamente su oggetti privi di massa). Per esempio, di recente, è stato raggiunto un nuovo record di distanza: grazie alla NASA sono stati trasferiti due qubit oltre la velocità della luce, su una distanza di 43,5 chilometri. In più, sono anche partiti i primi esperimenti per teletrasportare particelle con massa…
Sappiamo anche che il teletrasporto è supportato dalla teoria dei ponti di Einstein-Rosen. Questi ponti, in parole povere, sono un sistema matematico che prevede la possibilità di uno spostamento da un punto all’altro dello spazio o del tempo attraverso distorsioni o ripiegamenti, creati da buchi neri.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Dalla Cina 2 supercomputer quantistici che non hanno rivali
Chiunque potesse attraversare un ponte di Einstein-Rosen entrerebbe così in una deformazione dello spazio-tempo che avvicina i punti di partenza e di arrivo. E così si avrebbe il vero e proprio teletrasporto.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> 5 possibili teorie fantascientifiche: parte 1 | Wormhole
Ci sono anche personaggi che riescono a teletrasportarsi senza sapere nulla di fisica e senza avere molto a che fare con la fantascienza. Nel manga Dragon Ball, il protagonista Goku impara a teletrasportarsi dopo un allenamento: per lui è una tecnica marziale, né più né meno.
Dopo molteplici indiscrezioni, Francesco Paolantoni rompe il silenzio riguardo il suo addio a Ballando con…
Come fa Amazon a tutelarsi in caso di reso truffaldino? E che cosa rischia chi…
Un gruppo di scienziati ha scoperto qual è il vero motivo per cui tante persone…
Ecco quali sono i reati che costituiscono vere e proprie "macchie" sulla fedina penale. Le…
Emma Marrone non è riuscita a nascondere l'emozione dopo l'evento e ha confidato ai follower…
Secondo le anticipazioni turche, nelle prossime puntate di Endless Love, Emir metterà in atto un…