Un diamante è per sempre, recita un famoso slogan pubblicitario. Siamo sicuri che sia proprio così? Che cosa sappiamo dei diamanti? A che cosa devono il loro straordinario valore?
Partiamo dalla prima domanda. La risposta è no. Il diamante non è per sempre. In condizioni di bassa pressione e temperatura alta (circa mille gradi) esso tende a trasformarsi in grafite. Ci vogliono millenni, o milioni di anni, ma alla fine ogni diamante si trasformerà in carbone.
Che cos’è un diamante?
Il diamante è un semplice minerale, formatosi in condizioni di alta pressione e temperatura. Viene dal carbonio (proprio come la grafite delle matite, in cui si trasforma quando decade). In termini più specifici, il diamante è un cristallo strutturato su un reticolo di atomi di carbonio disposti secondo ordine tetraedrico, ossia nella forma di un solido convesso, dalle facce triangolari, con quattro vertici e sei spigoli.
Tale minerale viene da millenni estratto in diverse parti del mondo. Oggi viene rintracciato soprattutto in Sudafrica, in Russia, in Congo, in Canada, in Brasile. La lavorazione del prezioso, invece, si svolge soprattutto in Olanda, Sudafrica e Inghilterra.
Come se ne determina il valore…
La preziosità della pietra deriva dalla sua purezza e dalla sua resistenza. Ma anche dal fatto che è abbastanza rara in natura. Gli uomini possono estrarre il cristallo solo da particolari tipi di rocce: le kimberliti. Pietre antichissime, originate dal raffreddamento di magmi poveri in silice provenienti dal mantello terrestre.
Il valore del diamante è anche culturale. In Antichità era una pietra preziosa non troppo apprezzata dai popoli. Gli indiani erano soliti lavorarla e incastonarla in gioielli, ma senza attribuirle un valore eccessivo.
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Il successo commerciale dei questo prezioso è esploso nell’Ottocento, quando sono migliorate le tecniche di taglio e di lucidatura. Ovverosia, quando il cristallo ha assunto la sua parvenza iconica: trasparente, con forma di ottaedro o di esacisottaedro.
Qualità del diamante
Il diamante è il minerale di origine naturale più duro che esiste al mondo. Anche se la tecnica artificiale ha prodotto già a inizio Novecento dei materiali sintetici superduri proprio per scalfire il cristallo, solo nel 2005 è stata creata una forma allotropica del carbonio più dura del diamante naturale.
Non tutti i diamanti hanno però la stessa durezza (quelli più duri provengono dall’Australia). Di solito i diamanti più piccoli sono anche i più duri. E vengono per questo utilizzati per lucidare altri diamanti.
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Oltre a ciò, la nostra pietra preziosa potrebbe anche essere un superconduttore. Ma nessuno, oggi come oggi, si sognerebbe di utilizzarla come materia prima per creare cavi elettrici. Sappiamo con certezza che alcuni diamanti blu sono semiconduttori naturali. Quasi tutti gli altri cristalli invece si comportano da perfetti isolanti.
Un’altra caratteristica vincente del nostro amato cristallo trasparente composto da atomi di carbonio a struttura tetraedrica è la sua lucentezza. Resta brillante per tantissimi anni: secoli. Dunque è adatto a essere indossato quotidianamente come monile o gioiello. Visto che è durissimo e inscalfibile, resiste come nessun’altra pietra preziosa all’usura.
Le ombre dietro il cristallo
Si parla spesso di diamante insanguinato. Con quest’espressione s’intende denunciare il lavoro avvilente e spesso di vera e propria schiavitù di operai bambini o uomini spogliati di ogni tutela. Si tratta di minatori che agiscono clandestinamente, in cave pericolose, sotto il comando di poteri criminali. Spesso i diamanti estratti e commercializzati nel mercato nero servono per finanziare guerre o ribellioni.
Nel 1999 le Nazioni Unite imposero delle storiche sanzioni in Angola che proibivano alle altre nazioni l’acquisto di diamanti. Infatti, i diamanti estratti in quel territorio finanziavano guerra e terrorismo. E questo commercio va ancora avanti, in molti Paesi dell’Africa.