Il sogno di ogni astronomo? Scoprire un corpo celeste. Anche un meteorite va bene… Una studentessa di astronomia all’università della Columbia Britannica ha fatto di più. Ha scoperto diciassette nuovi esopianeti, e tra questi ce n’è anche uno simile alla Terra, e quindi potenzialmente abitabile.
L’autrice di queste scoperte sensazionali si chiama Michelle Kunimoto. La studentessa ha in pratica analizzato i dati raccolti dal telescopio spaziale Keplero. E tutti i suoi risultati sono stati pubblicati sull’Astronomical Journal, creando un certo scompiglio nella comunità scientifica. A destare interesse soprattutto la scoperta di un esopianeta chiamato KIC-7340288 b…
KIC-7340288 b si trova più o meno a mille anni luce di distanza da noi. Poco distante dall’orbita di Mercurio. Gira intorno alla sua stella in centoquarantadue giorni circa. Che massa ha? Secondo la Kunimoto, è un esopianeta (cioè un corpo celeste che orbita intorno a una stella in sistemi simili a quello solare) una volta e mezzo più grande della Terra.
Dunque ha delle dimensioni piuttosto contenute, compatibili con una conformazione rocciosa. Ed è un bene. La maggior parte dei pianeti trovati fuori dal nostro Sistema Solare, infatti, presentano una struttura gassosa.
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Il pianeta ha anche un’altra caratteristica positiva. Sembra orbitare nella zona abitabile, ovvero in quella particolare fascia orbitale in cui l’acqua può mantenere lo stato liquido in superficie. Cioè, senza evaporare o ghiacciarsi. Un particolare fondamentale per rendere possibile la presenza o la sopravvivenza della vita, almeno per come la conosciamo.
Tra gli altri sedici pianeti scoperti, ce n’è un altro da studiare con cura. Si tratta di un esopianeta molto piccolo. Per intenderci, è meno grande della Terra. E secondo gli astrofisici è il pianeta più piccolo mai inquadrato da un satellite fuori dal nostro Sistema Solare.
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I pianeti sono stati scoperti grazie a una ricerca indipendente. La Kunimoto, con altri ricercatori, si è applicata sui dati catturati da Keplero, il telescopio spaziale lanciato dalla NASA nel 2009 e rientrato nel 2018.
Quindi i ricercatori hanno analizzato dati su più di duecentomila stelle. E intorno a queste hanno scovato nuovi pianeti. Diciassette in tutto, che si aggiungono ai più di duemila finora scoperti dal satellite. Dopotutto era proprio questa la missione di Keplero, mezzo progettato per monitorare una porzione consistente della Via Lattea e scoprire nuovi pianeti, magari simili alla Terra.
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