La cometa 29p, anche conosciuta col più complicato nome di Schwassmann-Wachmann 1, rappresenta (a quasi un secolo dalla sua prima apparizione) un vero e proprio enigma per gli scienziati. Che cosa sta combinando di così strano?
Gli astronomi l’hanno identificata per la prima volta nel 1927. Il nome esteso Schwassmann-Wachmann 1 deriva proprio dai suoi primi scopritori. Ma dopo quasi un secolo di studi, la cometa 29p continua a stupire i ricercatori con il suo comportamento. Un vero enigma…
La cometa 29p è un corpo celeste dal diametro di oltre sessanta chilometri, ed è quindi una delle comete più grandi del Sistema Solare. Non solo: è anche una delle poche comete a orbitare attorno al Sole con un passaggio tra Giove e Saturno, proprio in quella trafficata area in cui si concentrano parecchi meteoriti. Una zona che gli astronomi hanno soprannominato Gateway. 29p si associa anche agli oggetti cosiddetti Centauri, ovvero quei corpi celesti ghiacciati con orbite comprese tra quelle di Giove e Nettuno.
Ciò che preoccupa i ricercatori è il comportamento esplosivo e imprevedibile di 29p. La cometa, infatti, rivela brillamenti di gigantesca magnitudine e sfoghi di energia davvero insoliti, soprattutto per un corpo spaziale che non si è mai avvicinato più di tanto al Sole.
La sua, insomma, non è la classica coda che s’incendia a causa dalla sublimazione e dalla ionizzazione solare. Al contrario, 29p è caratterizzata da un’appendice sfocata simile a un’immensa mantella nebbiosa.
Per di più, almeno sette volte l’anno, la cometa sfoga una luminosità incredibile con esplosioni che gli scienziati faticano a giustificare. Si tratta di deflagrazioni di origine magmatica o di eruzioni causate da una combinazione refrigerata di idrocarburi?
Per gli astronomi le variazioni di magnitudine sulla cometa sono talmente elevate da fare di 29p il terzo corpo più brillante del nostro Sistema Solare. Prima di lei ci sono il Sole, ovviamente, e Io, cioè la luna vulcanica di Giove.
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Negli ultimi tempi, poi, pare che l’attività della cometa si sia intensificata. Con tre eruzioni in rapida successione nell’arco di poco meno di tre giorni, 29p ha richiamato l’attenzione di molti studiosi.
Questo strano fenomeno è stato rilevato e studiato da almeno cinque astrofisici di fama mondiale. Fra questi, Richard Miles, membro della British Astronomical Association. Ed è così che la questione (discussa il mese scorso in un articolo) è giunta all’attenzione del team impegnato con il telescopio spaziale Hubble. Ma il telescopio spaziale, per un problema tecnico, non è riuscito a inquadrare la cometa durante il suo brillamento.
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Secondo Miles le potenti esplosioni osservate di recente potrebbero essere il risultato di complessi processi geologici che si verificano all’interno della cometa e sulla sua superficie. Niente di sicuro: al momento si tratta solo di un’ipotesi. Per capire cosa succede davvero abbiamo bisogno dell’osservazione diretta tramite radiotelescopio.
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