Scoperta un’antichissima lacuna nello Spazio: un vuoto presente nel nostro Sistema Solare che potrebbe svelarci in che modo si sono formati i pianeti così come oggi li conosciamo.
Con le loro osservazioni, gli astrofisici possono scrutare ciò che è stato: tornare indietro nel tempo e imparare cose nuove sulla nostra condizione. In questo modo si è per esempio scoperta una lacuna nel nostro Sistema Solare, una grande zona d’ombra dove oggi troviamo la fascia di asteroidi che separa la distanza fra Marte e Giove.
Circa 4,5 miliardi di anni fa, il nostro Sole era un po’ più piccolo di come lo conosciamo oggi. Non era neppure ancora circondato da pianeti: galleggiava in una densa nebbia di gas e polvere cosmica.
Questa nebbia è chiamata dai ricercatori disco protoplanetario, e indica quella zona in cui poi si sono formati i pianeti. Nell’area in cui a oggi si trovano ora Marte e Giove, e più precisamente nello spazio occupato dalla fascia degli asteroidi, si rivelava una lacuna vastissima e buia. Si tratterebbe di una sorta di vuoto misterioso, difficile da spiegare in termini fisici e astronomici.
Comunque, oggi gli astronomi credono che quel vuoto rappresenti una prova di quei processi che determinarono la formazione dei pianeti. Questa antica lacuna è stata scoperta da Cauê Borlina, un dottorando in Scienze Planetarie presso il Dipartimento di Scienze della Terra, atmosferiche e planetarie del MIT. Per il suo studio, il ricercatore si è appoggiato all’ALMA (Atacama Large Millimeter/sub-Millimeter Array), e ha così individuato la lacuna, interpretandola come prova della formazione di pianeti.
Sappiamo che i campi magnetici del Sistema Solare hanno avuto un determinante effetto sulla struttura attuale dei meteoriti. Il paleomagnetismo ha infatti modellato delle prime piccole rocce nel disco protoplanetario, chiamate condrule. Le condrule, simili a pezzi fusi o parzialmente fusi di roccia rotonda, si sono ingrandite per trasformarsi in simil-meteoriti conosciuti come condriti. Queste condriti sono alcune delle rocce più antiche del Sistema Solare.
Anche se raffreddate, le condrule hanno conservato memoria dei campi magnetici grazie ai quali si sono formate. Studiandole, dunque, possiamo scoprire fatti che risalgono alla genesi del nostro Sistema Solare.
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Analizzando due meteoriti carboniosi scoperti in Antartide, Borlina ha misurato l’antico campo magnetico “conservato” per ogni condrula nei meteoriti stessi. Si è così registrato che il campo magnetico di queste rocce è cresciuto con il passare dei millenni e con l’allontanamento dal Sole, anche se di norma i campi magnetici dovrebbero decadere con la distanza dalla stella.
Ciò vuol dire che dopo essersi ingigantito oltremodo nella sua fase iniziale, il campo magnetico solare è scemato, forse a causa dei nuovi campi magnetici creati dalla stessa stella: quelli dei pianeti. Ed è così che, forse, nelle lacune sono stati attratti i meteoriti e di conseguenza si sono formati i pianeti. Terra compresa.
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