Non si ferma, Blue Origin. Dopo aver organizzato i primi viaggi “turistici” al di là dell’atmosfera terrestre, l’azienda spaziale creata dal fondatore di Amazon Jeff Bezos ha intenzione di costruire una nuova stazione orbitante nello Spazio.
Il nuovo piano di sviluppo di Bezos, messo a punto insieme a Sierra Space e altre società del settore astronomico, è quasi spaventoso. Il boss di Amazon vuole dar vita alla prima stazione spaziale commerciale. Si chiamerà Orbital Reef. Cosa dobbiamo aspettarci?
La Orbital Reef sarà progettata come una stazione funzionale ma anche come un “business park” orbitante, ovvero come un ricovero per ricercatori e turisti che hanno il desiderio (supportato da finanze bastevoli) di decollare per una lunga gita nello Spazio (su un’orbita terrestre bassa).
All’interno di questa stazione collegata al progetto Blue Origin ci saranno laboratori, unità abitative, spazi per privati e operatori specializzati, con tanto di tecnici a bordo e da remoto al servizio degli ospiti e delle loro esigenze scientifiche… Le dimensioni dovrebbero essere simili a quelle della Stazione spaziale internazionale. L’affare sta quindi nella dichiarata dimensione commerciale e turistica della stazione.
Jeff Bezos ha annunciato che il suo progetto sarà sviluppato con il supporto di Boeing, Redwire Space, Genesis Engineering Solutions, l’Arizona State University e altri partner. Nello specifico, Blue Origin si occuperà di sviluppare i moduli centrali e di fornire servizi di lancio utilizzando il suo razzo New Glenn. Sierra Space contribuirà con un progetto di modulo gonfiabile chiamato LIFE e la sua navetta cargo Dream Chaser. Boeing metterà a disposizione un modulo scientifico e un veicolo dell’equipaggio (il CST-100 Starliner).
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Redwire Space, invece, sarà responsabile della ricerca e della produzione in microgravità. Genesis Engineering Solutions fornirà un pod di comando. Infine, l’Arizona State University guiderà un consorzio universitario che si occupa di ricerca. Il fine è quello di offrire a chiunque l’opportunità di passare del tempo in orbita. E, ovviamente, di creare un vero e proprio parco giochi spaziale per amanti delle avventure grandiose.
Orbital Reef dovrebbe essere operativa già nella seconda metà di questo decennio. Si parla, insomma, del 2026 o del 2027. E secondo Bezos avrà un’architettura “incentrata sull’uomo“, pratica e sicura.
Il visionario Bezos ha di nuovo sfidato i limiti delle possibilità che reputiamo coerenti al concetto di normalità. Punta in alto, nel vero senso della parola. Promette un accesso pluralista, dai costi ridotti, per fornire a tutti gli interessati un servizio degno della NASA. Si spera che Blue Origin potrà garantire al mondo nuove scoperte, oltre a un eccentrico divertimento per milionari.
Anche se si è molto discusso a proposito della serietà e dell’eticità dei progetti spaziali di Bezos, è evidente il fatto che iniziative del genere aiuteranno la ricerca. La corsa allo spazio offre nuove prospettive e immette fondi in un settore che ha bisogno di investimenti. Di recente, Bezos ha offerto molti milioni di dollari di contributo alla NASA…
Il progetto denominato Orbital Reef sarà di certo studiato e imitato. Per quanto concerne Blue Origin, a Bezos ha già risposto il miliardario Richard Branson con Virgin Galactic, che offre voli spaziali ai miglior acquirenti. A settembre, invece, la SpaceX di Elon Musk ha compiuto la missione Inspiration4 portando un equipaggio di principianti in orbita per tre giorni a bordo della Crew Dragon Resilience.
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Scopriremo presto se anche queste altre società investiranno sulla creazione di nuove stazioni spaziali private. Intanto pare che la NASA selezionerà Blue Origin come società associata per sviluppare progetti di stazioni spaziali. Quindi Bezos, almeno economicamente, è a cavallo: riceverà fondi dal Governo americano. La NASA, di fatti, mira a mantenere una presenza ininterrotta degli Stati Uniti nell’orbita terrestre bassa sfruttando nuove infrastrutture oltre alla Stazione spaziale internazionale.
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