Gli esperti dell’INGV hanno registrato un aumento della temperatura delle fumarole sul cratere della Fossa, nell’Isola di Vulcano, appartenente all’arcipelago delle Eolie. Parte l’allerta a Vulcano. L’antico vulcano sta per eruttare?
Nell’Isola di Vulcano sono aumentate le emissioni di CO2 e di SO₂ (anidride solforosa). Si registrano anche sciami sismici, e sono state notate piccole deformazioni del suolo. La Protezione Civile ha già dichiarato lo stato di allerta.
L’ultima eruzione è avvenuta a fine Ottocento, per la precisione nel 1890, con esplosioni violente e improvvise, veloci flussi piroclastici, flussi lavici ricchi di ossidiana e con materiali litici di varie tonnellate scagliati a oltre un chilometro di distanza dal cratere. Ma, nonostante il “sonno” attuale della fossa, il vulcano non ha mai cessato la propria attività. Sull’isola dell’arcipelago delle Eolie, infatti, sono da anni visibili le fumarole, ovvero dei potenti getti di vapore, che rilasciano zolfo sia sulla cresta che a livello sottomarino. In più, l’attività del vulcano è testimoniata dalla presenza di fanghi sulfurei, assai apprezzati dai turisti per le loro proprietà terapeutiche.
Da inizio ottobre 2021, tuttavia, la tossicità dei gas emessi dalle fumarole è aumentata, sia sul versante della Fossa che sul lato detto “Vulcanello”. Perciò il dipartimento della Protezione Civile ha disposto il passaggio al livello di allerta “giallo” per l’intera Isola di Vulcano. Il sindaco ha diramato il divieto di scalare la montagna e di avvicinarsi alla bocca del cratere della Fossa. Alcune famiglie hanno già lasciato l’isola.
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A preoccupare, più della possibile eruzione, sono le fumarole, i cui gas (CO, CO2, H2S, HNO, SO₂), che risalgono attraverso numerose fratture del suolo poste in prossimità delle case, potrebbero raggiungere picchi di tossicità pericolosi per gli uomini. Fanno paura anche le temperature elevate che potrebbero contaminare l’aria, fino a renderla irrespirabile. Ecco perché si è attivato il livello di allerta “giallo”, che determina, tra le altre cose, il potenziamento delle attività di monitoraggio e sorveglianza vulcanica da parte degli esperti. In caso di attività eruttiva, invece, a correre il maggiore rischio sarà il villaggio di Vulcano Porto, ubicato proprio alla base del cono della Fossa.
Il terrore è che si possa ripetere l’incubo vissuto dagli abitanti di Vulcano a fine Ottocento, quando la violenza del fenomeno esplosivo portò i vulcanologi a coniare l’aggettivo “vulcaniano“, proprio per descrivere un’attività caratterizzata da distinte e fortissime esplosioni, capaci di emettere frammenti di lava in stato quasi solido. Sull’isola piovvero delle vere e proprie bombe di pietra, dette “a crosta di pane“, che quasi seppellirono il paese di Vulcano Porto. Al tempo, per fortuna, quella parte dell’isola era disabitata, quindi non ci furono vittime, ma la ricaduta di materiale piroclastico e le onde d’urto provocarono danni materiali a edifici sull’isola vicina di Lipari.
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